Un'inchiesta di Al Jazeera dimostra che tra il 2017 e il 2019 Nicosia ha venduto il passaporto anche a uomini d’affari con precedenti penali. Ora le regole sono diventate più stringenti, ma non retroattive. Nel mondo, poi, la pandemia ha aumentato esponenzialmente le richieste di cittadinanza da parte dei super ricchi a chi meglio ha gestito la crisi Covid-19: dove la sanità è migliore, arrivano i 'Paperoni'
C’è il fratello dell’ex primo ministro libanese, uno stretto parente di Osama Bin Laden e l’ex numero uno del colosso statale dell’energia Gazprom, Nikolay Gornovskiy, tra i 2.500 nomi che compaiono nell’inchiesta denominata “Cyprus Papers” condotta dal team investigativo di Al jazeera. Mesi di lavoro e 1.400 documenti esaminati hanno fatto emergere quello che appare come un vero e proprio sistema illecito di compravendita della cittadinanza europea. Secondo i giornalisti del colosso delle comunicazioni del Qatar, tra il 2017 e il 2019, il governo cipriota avrebbe illecitamente concesso la cittadinanza a uomini d’affari con precedenti penali, fuggitivi e politici, attraverso il meccanismo del programma di investimenti di Nicosia che prevede la concessione del passaporto cipriota, e quindi europeo, in cambio di un investimento minimo di 2,5 milioni di euro nel paese.
I requisiti – Oltre all’investimento milionario che il richiedente deve fare per poter ottenere la cittadinanza cipriota ci sono, così come raccontato nell’inchiesta, altri requisiti. L’aspirante cittadino, infatti, deve avere la fedina penale immacolata e non deve essere un “Pep” (politically exposed person), ovvero una persona che ricopra o abbia ricoperto in passato incarichi pubblici e che, per questo motivo, possa essere soggetto a corruzione. La “fatwa”, però, non riguarda solo i politici e i funzionari pubblici, ma si estende anche ai familiari di questi. Lo sa bene Taha Mikati, uno degli uomini più ricchi del Libano e fratello dell’ex primo ministro libanese Najib Mikati. Il magnate libanese, cofondatore, proprio insieme al fratello, della M1 Group, una holding specializzata in investimenti con sede a Beirut, sarebbe riuscito ad ottenere la cittadinanza cipriota pure essendo una “politically exposed person”.
La modifica non retroattiva – Il divieto stabilito per i Pep riguardo all’ottenimento della cittadinanza cipriota, in realtà, è stato introdotto solo recentemente a seguito delle rimostranze fatte dall’opposizione. Il rischio che il programma di investimenti cipriota potesse essere utilizzato da criminali per aggirare le limitazioni ed entrare in Europa era evidente anche agli occhi della Commissione Europea che già in passato ha attenzionato Cipro riguardo ai rischi connessi a questo sistema e solo nel febbraio 2019 il governo cipriota si è deciso a modificare la norma che disciplinava questo programma, considerando finalmente i Pep, soggetti che non possono ottenere la cittadinanza in qualsiasi circostanza. La nuova norma che prevede questo divieto, però, non è retroattiva, il che significa che tutte le pratiche inoltrate e accettate prima dell’entrata in vigore di questa legge, non possono essere riesaminate. Una specie di cavallo di Troia, dunque, che ha assicurato rifugio per chi voleva fuggire dalla giustizia nel proprio paese o per chi semplicemente voleva mettere al sicuro il proprio ricco patrimonio avendo una porta aperta sull’Europa. “Alcuni dei cittadini sauditi, ad esempio, sono facoltosi uomini d’affari che presumiamo abbiano deciso di cambiare cittadinanza per fuggire al dispotismo di Mohamed Bin Salman, il principe ereditario”, spiega a ilfattoquotidiano.it Deborah Davies, giornalista di Al jazeera che ha lavorato all’inchiesta. Stesse preoccupazioni sono state espresse dall’Unione Europea nei confronti del programma di investimenti maltese, anch’esso esposto al rischio di diventare un viatico per criminali e uomini corrotti. A seguito di queste proteste, la Valletta ha deciso di applicare criteri più stringenti per l’ottenimento del passaporto maltese.
La vendita dei passaporti – È una pratica ormai prassi consolidata in molti Stati e alcuni di questi, fra cui Malta, ne hanno rivendicato l’importanza fondamentale per far fronte alle ristrettezze economiche causate dall’emergenza covid. La pandemia ha avuto un effetto significativo e inaspettato sulle scelte di acquisto della cittadinanza da parte dei super ricchi che non si basano più soltanto sulla convenienza economica ma anche e soprattutto sulla qualità della sanità e sulla responsività dei governi. Tra maggio e giugno 2020 si è registrato un aumento, a livello globale, del 49% delle richieste di cittadinanza nell’ambito del programma di investimenti.
Il Portogallo, fino a qualche tempo fa considerato un modello nella lotta al coronavirus, è il paese che più di tutti ha goduto delle conseguenze economiche positive del covid in questo campo, registrando un aumento del 50% delle richieste di cittadinanza rispetto a maggio 2019. Trend positivo anche per Australia e Nuova Zelanda che, merito una buona gestione sanitaria ed economica della crisi dovuta al coronavirus, sono diventate mete predilette per i super ricchi, a differenza di paesi come Regno Unito e Stati Uniti che sono ancora in piena emergenza e che si trovano ai minimi storici in termini di fiducia della popolazione nei rispettivi sistemi sanitari. Le richieste di cittadinanza neozelandese avanzate da cittadini americani, ad esempio, sono aumentate del 700% solo nel primo trimestre del 2020, rispetto all’ultimo trimestre del 2019. Secondo la Apex Capital Partners, società di consulenza finanziaria internazionale, i paesi più piccoli sono riusciti a gestire meglio la pandemia e questo ha influito notevolmente sul mercato dei cosiddetti golden visa, premiandoli.
Diventi cipriota, diventi europeo – Chi acquista il passaporto cipriota, acquista automaticamente la cittadinanza europea, essendo l’isola stato membro dell’Unione Europea. Ciò vuol dire potersi muovere, vivere e lavorare liberamente nei 27 paesi dell’Unione Europea e non solo. Secondo l’Henley e Partners, società di consulenza sulla cittadinanza, Cipro ha uno dei passaporti più ambiti al mondo dal momento che consente ai suoi possessori di viaggiare in ben 174 paesi senza l’obbligo di visto. Bel colpo, dunque, per quei cittadini che provengono da paesi del Medio Oriente e dalla Cina per i quali è molto difficile se non impossibile, in alcuni casi, ottenere un documento che ne autorizzi l’entrata in altri Stati. 70 le nazioni coinvolte nello scandalo. La maggior parte dei richiedenti sono russi, cinesi, ucraini ma non solo. C’è di mezzo anche la Gran Bretagna, causa Brexit, l’Arabia Saudita, gli Stati Uniti, il Marocco e il Mali, recentemente protagonista di un colpo di Stato. Tra i Paperoni che hanno ottenuto il passaporto, spicca un facoltoso uomo d’affari saudita, membro della famiglia Bin Laden, un tempo una delle più ricche famiglie dell’Arabia Saudita e che ha visto buona parte delle proprie ricchezze confiscate dal principe ereditario Mohamed Bin Salman.
Altro nome eccellente che spunta dalle carte esaminate dai giornalisti di Al Jazeera, è quello di Mykola Zlochevsky, ex ministro dell’ecologia e delle risorse naturali del governo di Yanukovich, accusato di riciclaggio e di abuso di potere, avendo cercato di sfruttare la propria posizione per favorire la sua compagnia energetica nonché la più importante in Ucraina, la Burisma Holdings, nell’ottenimento delle licenze per l’estrazione di risorse naturali nel paese. La Burisma Holdings, recentemente, è balzata agli onori della cronaca perché, fino a poco tempo fa, uno dei membri del suo board era Hunter Biden, figlio del neo candidato del partito democratico alle elezioni presidenziali americane Joe Biden, protagonista della vicenda di spionaggio politico che ha aperto la strada al processo – poi naufragato – dell’impeachment di Trump.