Il presidente del Consiglio, intervistato da Peter Gomez e Antonio Padellaro, ha ribadito il suo sostegno per la riforma costituzionale "votata dalla stragrande maggioranza del Parlamento": "Dopo bisognerà adattare la legge elettorale". Sulle prossime Regionali ha dichiarato: "Non avranno incidenza sul governo, ma la lotta con il centrodestra unito è impari". Infine ha aperto alla possibilità di un Mattarella bis
Il taglio dei parlamentari? “E’ una riforma costituzionale votata dalla stragrande maggioranza parlamentare che non pregiudica la funzionalità del Parlamento”. La nuova legge elettorale? “Mi piace il sistema delle preferenze”. Le prossime elezioni Regionali? “Non avranno un incidenza sul governo. Ma la lotta è impari: il centrodestra è unito e la maggioranza va in ordine sparso”. Infine l’apertura a un secondo mandato al Colle per Sergio Mattarella: “Se ci fossero le condizioni, anche dal suo punto vista, per accettare un secondo mandato lo vedrei benissimo”. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha partecipato alla Festa del Fatto Quotidiano a Roma e per un’ora e mezza ha risposto alle domande di Peter Gomez e Antonio Padellaro sull’attualità politica e l’emergenza covid che sta affrontando il Paese. “Possiamo affrontare con fiducia l’autunno”, ha dichiarato, “perché non saremo in condizione di predisporre un lockdown generalizzato. Interverremo in modo mirato su zone circoscritte”. Per quanto riguarda il suo futuro politico, il premier ha ribadito che “al momento non esiste neanche un progetto di un partito di Conte”. Mentre sulla figura di Mario Draghi, che periodicamente viene evocato come presunto rivale del presidente del Consiglio, ha rivelato: “Penso che quando lo si invoca lo si tiri per la giacchetta. Non lo vedo come un rivale. Lo avrei visto bene come presidente della Commissione Ue, ma lui mi disse che era stanco della sua esperienza europea”. Infine, interpellato sul voto per il Campidoglio, Conte ha detto di non volersi esprimere: “Se voterò per la Raggi? Aspettiamo che si completi il quadro, chiedetemelo un pò più in la…”.
La telefonata con Berlusconi dopo il contagio – “Berlusconi l’ho chiamato io la sera in cui ho saputo che aveva contratto il virus”, ha esordito il premier rispondendo a una domanda di Peter Gomez. “E’ stata una breve telefonata. E’ stato uno scambio molto cordiale e cortese. Gli ho presentato i migliori auspici di pronta guarigione. Quando una persona è ricoverata ci si astiene da considerazioni personali”. Mentre, sollecitato per un giudizio su Carlo De Benedetti che invece nei mesi scorsi ha definito Conte come un premier peggiore di Berlusconi, ha detto: “E’ giusto che un imprenditore esprima critiche anche aspre al premier. Il premier è giusto che si astenga dal commentare l’operato di un imprenditore”.
I verbali del Comitato tecnico-scientifico – Il secondo tema affrontato in apertura del dibattito è stata la pubblicazione, avvenuta nelle scorse ore, dei verbali del Comitato tecnico-scientifico sulle prime fasi dell’emergenza. “Quando si prendono decisioni molto importanti in termini di allarme sociale”, ha spiegato il premier, “è bene che si lavori in modo riservato, ma non segreto. Il fatto che i verbali siano stati rimasti riservati non significa che siano stati secretati, tant’è che li abbiamo resi pubblici”. Alla domanda specifica di Padellaro sugli omissis ancora presenti nei testi, Conte ha replicato: “E’ un fatto tecnico. Di solito è per protezione della privacy, ma se ne sono occupati gli uffici”. Quindi nel merito, al premier è stato chiesto se parlò della decisione del lockdown col presidente Mattarella: “Ovviamente sì, e con tutti i ministri”, ha risposto.
I rapporti con le opposizioni – Nelle ore dell’emergenza, il presidente del Consiglio ha rivendicato di aver mantenuto un contatto costante con tutte le forze presenti in Parlamento: “Quando si parla di opposizione si parla di tre partiti di centrodestra con esponenti dai temperamenti diversi. Con Fi il dialogo è costante e molto istituzionale e rispetto dei ruoli, con Meloni anche. Con Salvini invece quando lascio un in messaggio non vengo richiamato”.
L’emergenza Covid – Nelle ultime ore i contagi per coronavirus hanno superato quota 1700 in sole 24 ore, un dato che preoccupa soprattutto in vista dell’apertura delle scuole e alla luce del quadro complessivo mondiale. Ma nonostante ciò il premier si è detto fiducioso: “Ieri è stata data notizia del record storico dei contagiati perché è record il numero dei tamponi”, ha dichiarato. “Non mi risulta che altri Paesi abbiano raggiunto la stessa soglia. La cosa è fisiologica. L’aumento dei contagi viene dai contatti agostani. Ma gli italiani sono stati responsabili e coscienziosi. Quando parlo dell’Italia mi esalto: l’Italia sta facendo cose che altri Paesi non fanno: abbiamo un sistema di monitoraggio molto sofisticato. Noi siamo in condizione di conoscere non solo l’andamento della curva, ma anche la criticità del sistema. Le confrontiamo”. Per questo, secondo il premier, non sono previsti altri lockdown: “Aggiornando questo sistema, noi possiamo affrontare con fiducia l’autunno, perché non saremo in condizione di predisporre un lockdown generalizzato. Interverremo in modo mirato su zone circoscritte”. Infine, per quanto riguarda il numero dei vaccini disponibili e le evoluzioni su questo fronte ha dichiarato: “Io non posso rispondere. Sicuramente stiamo incrementando notevolmente i test che costano e devono essere accessibili a tutti. Abbiamo investito molti miliardi anche sulla ricerca del vaccino. L’Italia è tra i primi Paesi Ue a partecipare tra i più significativi progetti di ricerca”.
Mes – A proposito dell’emergenza sanitaria, al premier è stato chiesto se esiste ancora sul tavolo la possibilità di ricorrere al Fondo salva-Stati (Mes) che tante divisioni crea dentro la maggioranza: “Il ministro della Salute non mi ha detto ‘c’è bisogno di più soldi per la sanità'”, ha risposto Conte. “Per quando riguarda il Mes non bisogna pensare che chiedendo questi soldi per la sanità li spendiamo tutti là. Ho un atteggiamento laico: se avremo bisogno di altri soldi sulla sanità ne discuteremo in Parlamento“.
Riapertura delle scuole – Quindi, il premier ha affrontato il tema della scuola e del rientro in classe previsto per la prossima settimana. “Un metro di distanza non è un discorso semplice: abbiamo investito 7 miliardi nella scuola”, ha detto. “In agosto ho lavorato sulla scuola, ho fatto tantissime riunioni su questo. Su 8 milioni di studenti avremo problemi su 50mila casi, significa che è fallimentare l’anno scolastico? E’ un grande sforzo collettivo, non c’è solo la Azzolina, ci sono i ministri, i sindaci, gli amministratori. Non posso chiedere a Azzolina di trovare un’aula nel comune tal dei tali”. Ma, ha aggiunto Conte: “Il governo garantirà, unico in Europa, 11 milioni di mascherine“. Sul come verranno gestiti i contagi, Conte ha dichiarato: “Se nelle classi ci sarà qualche positivo? Diamolo per scontato. Abbiamo predisposto linee guida e il dipartimento di valutazione interverrà caso per caso. Se servirà avremo la quarantena della classe“.
Referendum sul taglio dei parlamentari – A meno di due settimane dal voto sul referendum per il taglio dei parlamentari, Conte ha ribadito il suo Sì all’intervento e ha difeso la ratio del provvedimento: “Questa è una riforma costituzionale che è stata votata dalla stragrande maggioranza parlamentare”, ha detto. “Ovviamente ciascun cittadino valuterà la sua opinione. L’opinione del presidente del Consiglio è che se si passa da 945 a 600 parlamentari non viene pregiudicata la funzionalità delle Camere. Vi parlo molto francamente, spendere meno è opportuno, ma se si tratta di organi costituzionali non sono 50 o 60 milioni in più all’anno” che fanno la differenza. “Ma mi sembra abbastanza astrusa la tesi secondo cui il taglio riduca la funzionalità del Parlamento”, anzi “io sono tra coloro che ritengono che coloro che saranno eletti con le nuove regole potranno sentire ancora di più il peso della rappresentanza e quindi quella disciplina e onore. Dappertutto funziona così”.
Legge elettorale – A questo proposito, Gomez ha chiesto al premier di esprimersi sulla possibilità che vengano introdotte le preferenze nella prossima legge elettorale: “Bisogna adattare la legge elettorale a quello che potrebbe essere il contesto dopo il referendum”, ha detto. Il testo base inizierà il suo percorso in commissione alla Camera martedì 9 settembre, ma i 5 stelle hanno già annunciato che chiederanno l’introduzione delle preferenze: “Innanzitutto”, ha commentato Conte, “auspico una legge elettorale come quella frutto dell’accordo di maggioranza: a me la sfiducia costruttiva piace molto. Se si arriva alle preferenze non la vedo negativa, ci arriverei successivamente. In passato abbiamo avuto scambi elettorali, clientelismo, ci sono state distorsioni, ma il principio delle preferenze mi piace“.
Riaperture – Il premier ha parlato anche del graduale ritorno alla normalità. E ricordando la sua contrarietà alla riapertura delle discoteche, ha confermato la chiusura degli stadi: “Il governo non ha mai aperto alle discoteche, contrariamente a quanto s’è detto”, ha precisato. “Poi le regioni le hanno riaperte. Nello stadio l’assembramento è inevitabile, dentro, come entrando e in uscita: l’apertura la trovo inopportuna”. Quindi Conte si è rivolto direttamente ai negazionisti del covid che oggi manifestano a Roma: “Noi vogliamo gestire una pandemia in corso. Oggi c’è una manifestazione a Roma di persone che pensano che non esiste. A loro rispondiamo con i numeri”.
Draghi – Un altro dei temi affrontati riguarda i rapporti con l’ex presidente della Bce Mario Draghi che periodicamente viene presentato o evocato come rivale del premier Conte. “Quando si è lavorato per nuova commissione Ue fu proposto innanzitutto Timmermans, ma alla fine non andò a buon fine. Subito dopo io stesso cercai di creare consenso per Draghi” perché “lo avrei visto bene come presidente della Commissione Ue. Lo ho incontrato perché non volevo spendere il suo nome invano. Lui mi disse che non si sentiva disponibile perché era stanco della sua esperienza europea”. E sul rapporto personale con Draghi ha commentato: “Penso che quando si invoca lo si tiri per la giacchetta. Non lo vedo come un rivale. E’ una persona di valore, una eccellenza espressa dal Paese nei ruoli che ha coperto”. Quindi Padellaro ha chiesto se al momento “esiste un partito di Conte a cui iscriversi”: “Non c’è neppure il progetto del partito di Conte...”, ha risposto il premier.
Regionali e rapporto col Pd– Il premier, proprio intervistato dal Fatto Quotidiano il 19 agosto scorso, aveva fatto un appello perché Pd e M5s non sprecassero l’occasione di allearsi alle Regionali del 20-21 settembre. “Il mio appello è stato da qualcuno frainteso e mi dispiace”, ha commentato oggi Conte. “Non indicavo candidati nelle Regioni ma chiedevo il dialogo: era un appello al dialogo tra forze di maggioranza che ora sperimentano una operazione di governo nazionale. Quel dialogo andava fatto e va fatto. E’ auspicabile una continuità di questa esperienza a livello territoriale. La direzione di marcia deve essere quella. Nessuno deve rifiutarsi di sedersi attorno a un tavolo”. Secondo Conte quindi, la strada delle alleanze tra Pd e M5s deve essere praticata anche in futuro: “Le forze di maggioranza le vedo in difficoltà”, ha detto, “abbiamo un centrodestra unito invece abbiamo forze che sostengono la maggioranza che vanno in ordine sparso. Bisogna tenere in conto questo dato, è una lotta impari. Ritengo che le regionali non avranno incidenza sul governo, è un contesto diverso, non possiamo abbandonare il Recovery fund“.
Proprio in questi giorni, tra l’altro, il governo giallorosso compie un anno e sono passati 12 mesi dalla fine del contratto con la Lega: “In quel momento, quando diventai premier per la prima volta, non c’erano alternative perché il Pd non era disponibile. Ora non è più un Contratto stipulato tra forze diverse, ma un programma che sento molto mio, alla cui stesura ho collaborato direttamente”.
Rete unica – Per quanto riguarda il progetto del governo sulla rete unica, Conte ha rivelato: “La rete unica sarà una infrastruttura aperta e inclusiva: vogliamo che tutti partecipano a un progetto che voglio si realizzi in tre-quattro anni. Nel Recovery plan italiano è importantissimo perseguire l’obiettivo concreto della banda ultralarga al più presto. Tim è quotata ma ha trovato convincente il progetto del governo”. E alla luce della sentenza Ue sul caso Vivendi ha detto: “La sentenza della Corte Ue la leggiamo con attenzione. Ragionevolmente ci imporrà un intervento sulla legge Gasparri“.
Alitalia – Conte ha quindi difeso gli interventi fatti su Alitalia: “Il traffico areo è crollato ma direi che abbiamo posto le basi con un nuovo management di valore per una new co che non sia più carrozzone dello Stato, snellire con razionalità e procedere spedito. Vogliamo snellire, con razionalità, in alcuni rami e settori, non voglio allarmare i sindacati. Dobbiamo procedere spediti”.
Servizi segreti – Conte è anche intervenuto sulle polemiche dopo la proroga alle nomine sui servizi segreti inserita nel dl Covid e alla fiducia (contestata da alcuni M5s) alla Camera: “Sui servizi non posso essere neutrale”, ha detto, “ho la responsabilità di scegliere i direttori, è mia responsabilità politica. Mi sono preso il dossier in mano, ma non abbiamo esteso la durata massima direttori. Ho solo detto che rinnovare i vertici una volta sola crea problemi al premier attuale e a quelli che verranno. Qualche parlamentare ha frainteso, c’è stato un deficit comunicativo: qualcuno mi ha scritto che ha firmato senza avere contezza chiara di quello che firmava”.
L’apertura sulla rielezione di Mattarella – In chiusura, il presidente della Repubblica ha detto di essere favorevole alla rielezione del capo dello Stato: “Se ci fossero le condizioni, anche dal suo punto vista, per accettare un secondo mandato lo vedrei benissimo”, ha detto il premier. “Credo che il presidente Mattarella stia interpretando il suo ruolo in un contesto molto sfidante e in modo impeccabile, con grande equilibrio e saggezza”, ha concluso, “man mano che vado avanti ne apprezzo sempre più le qualità”.