“L’apertura degli stadi? Personalmente, la trovo inopportuna“. Così il premier Giuseppe Conte, dalla festa del Fatto Quotidiano, commenta un eventuale ritorno dei tifosi ad assistere alle partite. “L’assembramento è inevitabile, dentro, sugli spalti, come entrando e in uscita”. Una misura di cautela su cui si trova d’accordo anche Assoallenatori. “Credo che il premier Conte abbia ragione – commenta il presidente Renzo Ulivieri – non c’è bisogno di protestare. Le cose si prova a farle cercando di mantenere la salute di tutti. Io mi rifaccio a quello che ci dicono gli esperti, questa non è una questione politica”.
Gli esperti hanno più volte evidenziato i rischi degli stadi, paragonandoli a quelli delle discoteche: un caso diventato tristemente famoso fu il match Atalanta-Valencia, studiata dagli epidemiologi come causa di decine e decine di contagi. Se gli allenatori sono d’accordo, però, il leader leghista è contrario. “Io non sono d’accordo con Conte – ha detto Matteo Salvini ai microfoni Radio Punto Nuovo di Napoli – Lo sport è vita, è passione, il calcio è fondamentale. Dico al caro signor Conte: senza fare questioni di partito, la regione Emilia Romagna, governata dal Pd, organizzerà il Gran Premio e sarà presente il pubblico, contingentato, ma è previsto. Ripeto, non vogliamo fare i concerti di Vasco al San Paolo, ma sono sicuro che fa il male dell’Italia chi cavalca ancora la paura. Venezia, per esempio, è ripartita dal Festival del cinema dove si è entrati scaglionati e in sicurezza. Non si fa il bene del Paese continuando a dire no. Gradualmente e prudentemente dobbiamo andare avanti. Poi, da tifoso dico: alla terza partita con il pubblico finto, cambio canale. E ricordo a tutti che noi abbiamo stadi enormi“.
Gli eventi sportivi provano faticosamente a riaprire le porte al pubblico e a convivere col virus, ma lo fanno a macchia di leopardo, con alcune regole generali, altre macroscopiche discrepanze e tanto, forse troppo lasciato alla singola iniziativa delle Regioni. Sul nodo della presenza del pubblico sugli spalti è intervenuto anche il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, che ha scritto una lettera a quello della Salute, Roberto Speranza: nel documento, ringraziando il lavoro degli esperti, il ministro prende in qualche modo le distanze dal Comitato tecnico scientifico, che ha dato parere negativo all’apertura anche minima del Foro Italico per gli Internazionali di tennis, mentre a Misano – per il motomondiale – c’erano diecimila spettatori – e mille tifosi a Parma per un’amichevole di calcio. Lo permetterebbe anche il Dpcm attualmente in vigore, che autorizza gli eventi fino a mille spettatori, ma il Comitato tecnico scientifico si è detto contrario.