Susanna Nicchiarelli ci crede. Ed è per questo che il suo Miss Marx è un film bellissimo, sintomo di uno sguardo in piena evoluzione benché già distinto fra i cineasti italiani (e non solo) della sua generazione. Attesa concorrente oggi al Lido, dove già la ricordiamo trionfatrice con il precedente Nico nella sezione Orizzonti, la regista romana ha corteggiato per anni nella sua testa la complessa figura di Eleanor Marx, la minore tra le figlie del filosofo tedesco e da lui la più coccolata. “Era una grande comunicatrice, divulgatrice eccellente dell’opera paterna forse ancor meglio del genitore stesso, è stata la prima a tradurre Madame Bovary in inglese, credeva nella potenza liberatrice della letteratura, dell’arte. Si è scelta un destino tragico senza esserne vittima”, spiega Nicchiarelli circondata dai suoi attori, a partire dalla luminosa interprete inglese Romola Garai, splendida protagonista.
Come auspicabile e prevedibile data la cultura filosofica e l’impegno socio-politico della filmmaker, Miss Marx è un personaggio e soprattutto un testo che parla al e del presente, benché in costume come del resto la quaterna di lungometraggi finora da lei realizzati. “La modernità di Eleanor è stata la sua forza ma anche la sua condanna nel senso fonte di contraddizione, essendo lei la perfetta incarnazione del conflitto tra ragione e sentimento, una ragazza determinata nelle idee rivoluzionarie ma fragile nella sfera emotiva, incapace di liberarsi da un amore che la imprigionava. Ma le sue battaglie e i suoi scritti, che abbiamo rinvenuto dal copioso materiale consultato specie dagli epistolari così frequenti nell’800, sono senza tempo come tutte le lotte per l’emancipazione, per la validazione dei diritti umani, sociali e civili”. Tale modernità estrema emerge dal linguaggio adottato in scrittura e poi tradotto in regia da Susanna, capace di far esplodere di musica post-punk il volto e il corpo delicato di Romola “Eleanor” Garai senza mai risultare inappropriata, ma anzi perfettamente intonata all’energia accesa dallo spirito inquieto e dalla coscienza autonoma di questa giovane donna.
La vicenda della signorina Marx, dunque, esce “musicalmente” dal tempo mentre procede trasgressivamente (nel senso etimologico del termine) verso un “sempre avanti” come le derivava dal connaturato ottimismo, da una sapiente ironia. “Ho pensato a Thelma & Louise, alla loro energia mentre immaginavo un finale giusto per Eleanor” spiega l’autrice che “sente” Miss Marx come “una Cosmonauta cresciuta”. Il cinema come gesto politico potente – e Susanna Nicchiarelli non ha mai nascosto il suo pensiero a tal riguardo – si traduce in ogni respiro della figlia di Karl Marx, nelle parole infuocate su cui imbastiva i propri discorsi pubblici in difesa di qualunque forma di emancipazione, qualcosa di cui portava le stigmate di ovvia derivazione paterna. “Per lei fare letteratura equivaleva a fare politica, per questo traduceva Ibsen, Flaubert e i grandi del tempo”. Contaminato, provocatore, spiazzante e squisitamente imperfetto, Miss Marx resta nella memoria con il piacevole sapore delle scoperte migliori. Il film uscirà nelle sale italiane per 01 Distribution il 17 settembre.