“Borsellino aveva compreso che dietro le stragi non c’era solo la mafia. Lo aveva annotato sulla sua agenda. Ebbene, pochi secondi dopo l’esplosione di via d’Amelio, prima ancora che arrivasse la polizia, sul posto erano presenti uomini dei servizi segreti. Indifferenti ai morti e ai feriti, erano accanto alla macchina di Borsellino con una sola missione: far sparire l’agenda rossa”. È uno dei passaggi dell’intervento Roberto Scarpinato, alla Festa del Fatto Quotidiano (rivedi l’incontro integrale). In compagnia di Antonio Padellaro e Marco Lillo, il procuratore generale di Palermo si è soffermato sui tanti depistaggi che hanno impedito alla magistratura italiana di fare luce sulle stragi. “Perché si depista? Qual è lo scopo? Per nascondere una verità inconfessabile, per occultare i mandanti politici che ci sono dietro le stragi. Tutto il repertorio dei depistaggi è stato replicato nelle stragi del ’92 e nel ’93. Sono stati soppressi documenti essenziali”