"Bugiardo, prepotente e razzista": è il ritratto che esce dal libro di Michael Cohen, ex faccendiere e legale del presidente, condannato a tre anni di carcere. Racconta della passione del tycoon per Putin e di come per criticare il suo predecessore avrebbe detto: "Dimmi un Paese che è guidato da un afroamericano che non è un cesso". La Casa Bianca: "Cohen è un criminale caduto in disgrazia"
Prima era arrivato il libro dell’ex consigliere per la Sicurezza Nazionale John Bolton, poi quello della nipote Mary, che lo ha definito un cinico imbroglione, inadeguato e pericoloso per il Paese, con le dichiarazioni rubate alla sorella del presidente Maryanna Trump Barry, una ex giudice federale del New Jersey, che dipingeva il fratello come un uomo “crudele, bugiardo, ipocrita e senza principi”, che nella sua vita è stato capace di fare solo “cinque bancarotte”. E ora, all’indomani delle rivelazioni sui veterani denunciate da The Atlantic e confermate da una giornalista della repubblicana Fox News, arriva nelle librerie americane anche il volume suo ex legale e faccendiere personale, Michael Cohen, che nel suo libro ‘Disloyal: The True Story of the Former Personal Attorney to President Donald J Trump‘ in uscita l’8 settembre negli Stati Uniti e di cui il Washington Post ha ottenuto una copia, dipinge The Donald come un razzista fortemente affascinato da Putin. E che prende in giro gli evangelici. Un ritratto smentito con forza dalla portavoce della Casa Bianca Kayleigh McEnany: “Michael Cohen è un criminale caduto in disgrazia e un avvocato radiato dall’albo, che ha mentito al Congresso. Ha perso ogni credibilità e non sorprende vedere il suo ultimo tentativo di trarre profitto dalle bugie”, ha detto McEnany. Cohen è stato condannato a tre anni di carcere per evasione fiscale, per avere mentito al Congresso e per l’uso illecito dei fondi elettorali (nello specifico per avere pagato la modella Karen McDougal e l’attrice di film per adulti Stormy Daniels affinché tacessero sulle relazioni extraconugali avute col presidente).
Il finto-Obama, Mandela e gli afroamericani – Nel suo libro di 432 pagine in uscita martedì, Cohen si descrive come il “delinquente designato di Trump” e definisce il suo ex cliente “un imbroglione, un bugiardo, un prepotente, un razzista, un predatore, un truffatore”. Racconta che il presidente ha bollato gli ispanici “così come gli afroamericani sono troppo stupidi per votare per Trump”. Racconta poi di come il tycoon, per criticare Barack Obama, avrebbe detto: “Dimmi un Paese che è guidato da un afroamericano che non è un cesso”. Ma c’è dell’altro: Trump, ha assunto un ‘finto-Obama’ che impersonasse l’ex presidente per un video in cui il tycoon insultava il suo predecessore e alla fine lo licenziava. Cohen non rivela la data del video o chi fosse l’attore, ma nel libro mostra una foto con Trump seduto alla scrivania di fronte a un afroamericano in abito scuro che somiglia a Obama. I giudizi di Trump si sono estesi anche a Nelson Mandela, che ha “rovinato il Sud Africa” e “non era un leader”. E avrebbe anche riso di alcuni leader evangelici, che lui stesso aveva invitato alla Trump Tower prima delle elezioni del 2016 e gli avevano imposto le mani in preghiera. “Puoi credere a queste stronzate? Ci credi che la gente crede a queste stronzate?”, avrebbe commentato il presidente secondo Cohen.
La passione per Putin – Nel libro trova anche spazio la sua stima per Vladimir Putin, in grado di guidare il suo Paese come fosse la sua società. Proprio al presidente russo Trump, che odiava Hillary Clinton, ha chiesto aiuto nelle elezioni presidenziali del 2016. Trump intendeva infatti costruire un grattacielo di 120 piani sulla Piazza Rossa di Mosca, con 30 piani dell’edificio destinati ad un hotel a 5 stelle e ad una spa di lusso col marchio della figlia Ivanka. Sempre secondo il racconto di Cohen, Trump voleva concedere gratis l’appartamento dell’ultimo piano del grattacielo a Putin, “per ingraziarselo”. “L’intera faccenda del patriottismo e del tradimento era irrilevante nella sua mente -scrive Cohen – Trump usava la campagna per fare soldi e naturalmente li faceva”. Il tycoon e il presidente russo sarebbero stati accomunati dal loro odio per Hillary Clinton, sostiene Cohen, ricordando il sostegno dato dalla ex candidata democratica agli oppositori russi nelle manifestazioni di protesta anti Putin del 2011.
Accuse pensatissime che però non saranno le uniche a trovare spazio nelle librerie prima del 3 novembre. A ottobre è infatti in arrivo anche il volume di John Brennan, l’ex direttore della Cia che negli ultimi giorni si è apertamente schierato contro il presidente. Accusa Trump di volere “soffocare la comunità dell’intelligence per essere rieletto” e dopo avere elogiato la precedente amministrazione Obama, sostiene che il presidente abbia “mostrato totale disprezzo per l’indipendenza, l’obiettività e l’integrità apolitica della comunità dell’intelligence”. La guerra per le presidenziali si gioca anche a colpi di libri.