Così è morta Teresa Scavelli, 46 anni, calabrese di nascita e veronese d’adozione. Era a lavoro in una casa di San Gallo, nell'omonimo cantone, quando l'assalitore di cui non si conosce l'identità è entrato in casa. Mistero sul movente
Era in casa insieme a una bambina a cui faceva da baby sitter quando un uomo di 22 anni è entrato nell’appartamento e l’ha aggredita, colpendola ripetutamente al volto. Così è morta Teresa Scavelli, 46 anni, calabrese di nascita ma trasferitasi con la famiglia a Oppeano, nel Veronese, dove aveva lasciato il marito e la figlia più piccola prima di trasferirsi a San Gallo, in Svizzera, dove lavorava come governante e baby-sitter. Nessuna certezza sul movente del delitto, con il 22enne che, dopo aver colpito a morte la donna, successivamente ha cercato di fuggire dalla polizia, che è stata costretta a sparare, uccidendolo.
I fatti sono avvenuti martedì 2 settembre a San Gallo. Secondo le prime ricostruzioni, il 22enne è entrato nell’appartamento in cui Teresa Scavelli stava lavorando e l’ha colpita ripetutamente alla testa. I due, secondo quanto reso noto dagli inquirenti in un comunicato ufficiale, non avevano legami precedenti al fatto di sangue. Giunta la polizia sul posto, all’uomo è stato intimato di fermarsi e consegnarsi all’autorità. Lui ha rifiutato di farlo, qualcosa è andato storto e i poliziotti hanno aperto il fuoco colpendo ripetutamente il 22enne e uccidendolo. È riuscita ad arrivare in ospedale, invece, la vittima dell’aggressione, per poi morire poco dopo a causa del trauma cranico con lesioni cerebrali provocate dall’uomo. In compagnia della vittima un’altra donna, la cui identità però è al momento sconosciuta.