Il Covid non è uno scherzo o un’invenzione, ma una pandemia feroce e pericolosa che ha fatto al 6 settembre 2020 871.166 morti, dei quali 221.111 in Europa e 35.534 in Italia, mentre i contagi accertati ammontano a 26.468.031 nel mondo, 4.460.549 in Europa e 276.338 in Italia. Si tratta di una sfida globale inedita e ardua, che richiede la convergenza degli intenti e degli sforzi a livello globale. Occorre adottare modelli di comportamento e misure di sicurezza che siano rigorosamente identificate e seguite senza deroghe.

Come sappiamo, la reazione degli Stati ha lasciato in linea di massima molto a desiderare. Basti ricordare che la corsa al vaccino sta avvenendo senza riguardo per la necessità di condividere informazioni e ricerca in modo tale da rendere ottimale l’investimento e più efficace l’attività volta al suo ottenimento. I vari Stati pensano esclusivamente al proprio prestigio o addirittura i singoli leader, come Trump, vogliono massimizzare il rendimento politico in vista delle prossime scadenze elettorali.

Alcuni Stati, tuttavia, sono notevolmente peggiori di altri. Basta vedere l’andamento dei contagi. Ovviamente hanno un peso determinante le strutture sanitarie esistenti e l’esistenza di ampie fasce di povertà. Ma anche l’atteggiamento irresponsabile dei leader. Da quest’ultimo di vista i peggiori tra i peggiori sono senza dubbio Trump e Bolsonaro. Basti vedere i dati relativi a contagi e decessi negli Stati Uniti, pari rispettivamente a 6.144.138 e 186.663 e Brasile, 4.092.832 casi e 125.521 morti.

Infatti, mentre la maglia nera spetta indiscutibilmente agli Stati Uniti da entrambi i punti di vista, il Brasile, che si colloca al terzo posto in questa lugubre classifica, registra meno casi dell’India che tuttavia ha una popolazione sei/sette volte più grande.

Non per niente i leader dei due Paesi appena menzionati sono gli idoli dei cosiddetti “negazionisti”, banda di pittoreschi soggetti un po’ fascisti e un po’ scemi (e si sa che le due categorie tendono spesso e volentieri a coincidere) che si sono dati convegno a Roma sabato in circa 1.500, inalberando striscioni e cartelli assolutamente demenziali. Siamo in una democrazia, si dirà, e ognuno può dire ciò che vuole.

Dissento. Infatti le bizzarre teorie di questi negazionisti producono un danno notevole alla salute collettiva del popolo italiano. Pertanto sarebbe opportuno riflettere sulle parole del giudice Balthazar Garzon, il noto pubblico ministero spagnolo che arrestò anni fa a Londra il dittatore genocida cileno Pinochet. Garzon, che si è ammalato anche lui di Covid e sembra ora fortunatamente star meglio, ha affermato come l’atteggiamento dei negazionisti in tema di Covid sia passibile di denuncia e persecuzione penale.

Infatti, diffondendo notizie false e tendenziose che tendono ad alimentare l’indisciplina e la non osservanza delle misure prescritte per contenere il contagio, queste persone mettono a repentaglio la salute propria – e questi potrebbero anche essere solo affari loro – ma soprattutto quella altrui.

Tutti gli sforzi vanno indirizzati a una lotta dura e intransigente contro il virus ed è ormai sufficientemente dimostrato come determinati accorgimenti, quali il distanziamento sociale e l’uso della mascherina, siano assolutamente indispensabili per vincere questa vitale battaglia.

Il virus del Covid-19 si giova del contributo di altri virus, contro i quali l’unico vaccino è dato dalla consapevolezza diffusa, dalla coesione e dalla disciplina sociale. Sono i virus dell’imbecillità e dell’irresponsabilità, che mietono anch’essi un certo numero di vittime. Il loro sviluppo viene d’altronde favorito dall’esaltazione di una libertà senza freni, che costituisce la caricatura della vera libertà, che si basa sul rispetto degli altri e della comunità.

Tale falsa libertà non è in fondo null’altro che un’altra faccia del liberismo che ha fatto e continua a fare danni incalcolabili alla società mondiale, incentivando lo sfruttamento, la devastazione ambientale, l’evasione fiscale, il proliferare delle mafie, ammantandosi sempre più spesso di razzismo e di violenta sopraffazione nei confronti dei più deboli.

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