Mentre la Repubblica popolare sembra aver dimenticato l'impatto del Covid, a Berlino la ripresa arranca, E uno studio dell’istituto economico IW, pubblicato dall’Handelsblatt, avverte: "L’industria dell’auto non sarà più il motore della crescita dell’economia tedesca"
L’impatto del Covid sembra solo un ricordo per la Cina, mentre la ripresa europea arranca. In agosto Pechino ha registrato esportazioni in crescita oltre le attese: +9,5% rispetto ad agosto 2019, secondo l’Amministrazione Generale delle Dogane. Ben oltre le previsioni degli economisti, che avevano messo in preventivo un miglioramento tra il 7,1% e il 7,3%. Al contrario sono risultate in calo le importazioni, scese del 2,1%. La Repubblica popolare ha così registrato un surplus della bilancia commerciale di 58,93 miliardi di dollari, in diminuzione rispetto all’avanzo di 62,33 miliardi di luglio, ma oltre le attese che erano di 51,85 miliardi.
In Germania, invece, a luglio la produzione industriale è aumentata dell’1,2% su base mensile (dato corretto per giorni lavorativi), ben al di sotto delle stime degli analisti che avevano previsto un rimbalzo di oltre il 4%. Su base annua, il dato anche in questo caso corretto per i giorni lavorativi mostra un calo del 10%. E uno studio dell’istituto economico IW, pubblicato dall’Handelsblatt, l’industria dell’auto non sarà più il motore della crescita dell’economia tedesca. “La pandemia ha colpito duramente il settore”, si legge. C’è un impatto sulle catene di consegna a livello globale e “l’industria dell’auto si confronta con uno shock della domanda, dal quale si riprenderà solo nel lungo periodo”. “Di conseguenza il settore, per la prima volta dopo un decennio, si trova di nuovo di fronte a un problema di riadeguamento del personale, e non sarà più il motore della crescita per la Germania”, continua lo studio, che viene pubblicato in vista di un vertice dell’auto, previsto domani in cancelleria, alla presenza di esponenti del settore, del governo e delle Ragioni.