Secondo il quotidiano La Repubblica, l'indagine è iniziata prima del lockdown. L'ipotesi è che il governatore abbia inserito gli ex vigili (non indagati) come membri dello staff delle relazioni istituzionali in Regione, nonostante fossero privi dei titoli adatti. Per la difesa non c'è stata alcuna violazione della legge. E lui attacca: "Aperta da tre anni, un'indagine dovuta per l'esposto di un ex assessore regionale che si faceva dare incarichi per centinaia di migliaia di euro". Il riferimento è a Severino Nappi, ora candidato con la Lega
Tutto è partito da quell’incidente stradale avvenuto nel settembre 2017, quando l’auto del presidente Vincenzo De Luca, che stava procedendo contromano in una via di Salerno, urtò uno scooter con a bordo una ragazza di 22 anni. Ne seguirono polemiche politiche, sia per la norma che consentiva a forze dell’ordine e vetture di servizio di percorrere quel tratto di strada contro il senso di marcia, sia per il ruolo del suo autista. Si trattava infatti di un ex vigile urbano passato alle dipendenze della Regione proprio quando De Luca è diventato governatore.
Un incarico su cui ora ha aperto un fascicolo la procura di Napoli. Secondo quanto riportato da Conchita Sannino su La Repubblica, il presidente della Campania Vincenzo De Luca risulta indagato con l’accusa di falso e truffa. I pm ipotizzano che abbia “favorito” il suo autista e altri tre ex vigili urbani inserendoli come membri dello staff delle relazioni istituzionali in Regione, pur essendo privi di formazione e dei titoli necessari, per aumentarne gli stipendi.
Il governatore, riferisce il quotidiano romano, è già stato interrogato dagli inquirenti a ridosso del lockdown. E in quell’occasione ha scelto di rispondere a tutte le domande per dare la sua versione dei fatti. L’obiettivo della difesa è quello di dimostrare che non c’è stata alcuna violazione della legge, né che sono stati sperperati soldi dei contribuenti (la vicenda sarebbe stata segnalata anche alla Corte dei Conti). Gli ex vigili coinvolti sono Claudio Postiglione, alla guida della vettura al momento dell’incidente, Gianfranco Baldi, Giuseppe Muro e Giuseppe Polverino. Al momento nessuno di loro risulta indagato.
Una questione complessa da inquadrare dal punto di vista giudiziario, visto il rapporto fiduciario e discrezionale che la legge garantisce al presidente e ai suoi collaboratori. Non è escluso, quindi, che la procura decida di procedere con l’archiviazione, ma ulteriori accertamenti sono in corso. Al momento, stando all’indagine condotta dalla pm Ida Frongillo e coordinata dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, risulta che i quattro autisti hanno lasciato Salerno – città dove De Luca ha ricoperto per oltre vent’anni la carica di sindaco – per arrivare a Napoli poco dopo le elezioni del 2015. L’ipotesi è che il presidente li abbia promossi all’interno del suo staff con l’obiettivo di garantire loro un’indennità extra di 4.600 euro lordi all’anno.
Di fronte alle accuse, il governatore prima ha preferito non commentare con i giornalisti a un evento a Salerno. Poi ha affidato il suo messaggio a Facebook: “L’indagine – dovuta – è partita da un esposto di un ex assessore regionale (ex Forza Italia, ora leghista) che mentre era assessore si faceva dare incarichi per centinaia di migliaia di euro dall’azienda regionale dei trasporti EAV (indagate, indagate…)”, scrive. Il riferimento è a Severino Nappi, ex assessore della giunta di Stefano Caldoro, e ora ricandidato alle Regionali con il Carroccio. “L’indagine triennale verte su questo interrogativo: gli autisti che a turno accompagnano il Presidente della Regione, erano solo autisti o facevano anche lavoro di segreteria? – si legge nel post di De Luca – Nel frattempo si comunica che l’organizzazione dell’Ufficio di segreteria della Presidenza attuale, rispetto a quella precedente, ha comportato un risparmio di 84mila euro l’anno”.