Il caso del bambino - poi risultato negativo al test - nella scuola dell’infanzia Iside Franceschini apre il dibattito. Secondo la prima cittadina Stefania Bonaldi, le indicazioni ministeriali prescrivono l'isolamento soltanto dopo la positività del tampone, mentre l'Ats lo prevede anche in caso di sospetto. La sindaca: "Ho parlato con l’assessore Gallera che ha capito che esiste un problema". La Regione ha già preso l'impegno di coordinare questo protocollo con le linee guida ministeriali e dell'Iss
Un bambino ha la febbre e scatta l’isolamento per l’intera classe e per le maestre. È accaduto venerdì scorso alla scuola dell’infanzia Iside Franceschini, ex Montessori, di Crema, dove, di fronte a una “febbriciattola” manifestata da un piccolo allievo, è scattata la procedura prevista dall’Ats Valpadana. I compagni del bambino – che aveva la temperatura oltre i 37,5 gradi – sono rimasti a casa su indicazione della direttrice, che ha contattato una ad una tutte le famiglie della classe. La scuola è rimasta aperta, invece, per gli altri bambini e per le altre insegnanti che hanno continuato regolarmente a fare lezione. Il tampone del bambino è risultato negativo, quindi dal 9 settembre tutti, maestre e allievi, potranno tornare in classe.
L’isolamento, però, ha sollevato un problema non di poco conto, che ha spinto la sindaca Stefania Bonaldi a chiedere un chiarimento: “Secondo il protocollo di Ats, che applica la delibera di giunta regionale (la 3114 del 7 maggio scorso), all’insorgere di un caso sospetto tutti i contatti stretti, dunque anche compagni e maestre, vanno isolati in attesa dell’esito del tampone”. Ed è questa la procedura che la scuola ha attivato venerdì pomeriggio. “Tuttavia – prosegue Bonaldi – le indicazioni ministeriali per la gestione del Covid nelle scuole non disciplinano la fase pre-tampone, ma stabiliscono l’isolamento della classe solo dopo l’esito positivo dello stesso”.
Un’incongruenza che la sindaca ha posto all’attenzione sia del direttore dell’Ats Valpadana Salvatore Mannino sia dell’assessore regionale alla Sanità Giulio Gallera, che ha contattato Stefania Bonaldi. “Ho parlato con l’assessore – spiega la prima cittadina di Crema – che ha capito che esiste effettivamente un problema. Ieri pomeriggio c’è stata una riunione in Regione con i direttori delle Ats ma attendiamo indicazioni chiare, nero su bianco”.
Il problema sta proprio nei documenti amministrativi. Nella delibera di giunta regionale, è scritto che nel caso di un caso sospetto il “medico è tenuto a disporre l’isolamento del paziente e degli eventuali contatti famigliari/conviventi e dei contatti lavorativi”. Al contrario, il rapporto dell’Istituto superiore di sanità (Iss) cita: “Se il test è positivo, si notifica il caso e si avvia la ricerca dei contatti e le azioni di sanificazione straordinaria della struttura scolastica nella sua parte interessata”. La Regione Lombardia ha già preso l’impegno di coordinare questo protocollo con le linee guida ministeriali e dell’Iss, che disciplinano il tracciamento e isolamento dei contatti stretti solo nell’eventualità di un esito positivo del tampone, e non durante il periodo di attesa come l’Ats.
Sul caso la sindaca della città è pronta a dar battaglia: “Per i tamponi delle scuole ci dovrebbero essere almeno dei canali preferenziali per velocizzare i tempi, perché altrimenti sarà presto la paralisi. Serve chiarire in breve tempo la questione del pre-tampone perché in una classe, specie di piccolini, ci sarà sempre un bimbo con qualche sintomo simil Covid. A questo punto, se queste son le regole, non è servito a molto riaprire le scuole perché avremo presto decine di classi chiuse per un sospetto contagio”.