L'intesa sui circa 860mila lavoratori regolari del comparto è stata raggiunta tra le associazione dei datori di lavoro (Fidaldo e Domina) e le organizzazioni sindacali dei lavoratori (Filcams Cgil, Fisascat Cisl, UILTuCS, Federcolf). Entrerà in vigore il 1 ottobre 2020
Non più colf e badanti, ma “assistenti familiari“, inquadrati in diversi livelli a seconda delle mansioni. Più agevolazioni per chi ha necessità di assumere una seconda badante per le persone non autosufficienti e aumenti salariali per coloro che se ne prendono cura. Sono le principali novità introdotte dal nuovo Contratto Collettivo Nazionale del settore domestico, firmato oggi.
L’intesa sui circa 860mila lavoratori regolari del comparto è stata raggiunta tra le associazione dei datori di lavoro (Fidaldo e Domina) e le organizzazioni sindacali dei lavoratori (Filcams Cgil, Fisascat Cisl, UILTuCS, Federcolf). Lavoratori che arrivano a 2 milioni se si considerano le stime sul sommerso. Scaduto nel 2016, il nuovo contratto collettivo entrerà in vigore dal prossimo 1° ottobre 2020. Soddisfazione delle parti sociali firmatarie che – dichiarano – “interviene in una fase molto particolare per il mondo intero, vessato in prima istanza dalla pandemia e successivamente dai risvolti che questa ha comportato sotto il profilo socio-economico, finanziario e, più in generale, del benessere delle persone”.
Colf, badanti e baby sitter si chiameranno “assistenti familiari” e saranno inquadrate in quattro livelli diversi a seconda delle loro competenze e mansioni, guardando soprattutto al lavoro di cura dei bambini e delle persone non autosufficienti. La distinzione principale è tra chi si occupa della gestione della casa, e chi si prende cura di altre persone. Inoltre vengono introdotte le figure degli educatori formati, sempre più fondamentali nella presa in carico delle nuove esigenze emergenti.
Verranno introdotte agevolazioni per le famiglie che hanno persone non autosufficienti a carico e hanno bisogno di assumere una seconda badante per seguire queste persone 24 ore su 14 e sei giorni su sette. L’aumento salariale prevosto a partire da gennaio è di 12 euro al mese per il livello B super (che porta il minimo contrattuale per una persona convivente a 880 euro al mese) ma retribuzioni più alte sono previste se ci si prende cura di persone non autosufficienti, bambini o anziani. In particolare è prevista un’indennità (da 100 euro a quasi 116 euro) nel caso si seguano bambini fino a sei anni. Ai lavoratori in possesso della certificazione di qualità verrà inoltre riconosciuta una ulteriore indennità fino a 10 euro al mese. Per quanto riguarda i percorsi di formazione professionale, vengono introdotte ulteriori 24 ore di permesso dedicate, in aggiunta alle 40 già esistenti.
Il nuovo contratto rivisita gli articolati riferiti al contratto individuale di lavoro (da formalizzare con specifica lettera di assunzione che contempli livello, mansione e modalità di riposo settimanale nel rispetto della fede religiosa), alle assunzioni a tempo determinato in ottemperanza alla normativa intervenuta, come anche rispetto al periodo di prova e ai permessi anche riconducibili al rinnovo del permesso di soggiorno e allo svolgimento delle pratiche di ricongiungimento familiare.
Il segretario generale di Domina, associazione di famiglie datori di lavoro domestico, Lorenzo Gasparrini, sottolinea che il lavoro domestico diventa sempre di più lavoro di cura: diminuiscono infatti le colf (-32,1% dal 2012) e aumentano le badanti (+11,5% dal 2012), segno di una popolazione che invecchia ed ha bisogno di assistenza. “Il nuovo testo – sottolinea – si rivolge ad un pubblico potenziale, contando anche il lavoro sommerso del settore (circa 58,3%), di 4 milioni di persone tra famiglie e lavoratori domestici e si applica ad un settore che produce l’1,3% del Pil (18,96 miliardi di euro di valore aggiunto)”. Tra le principali novità – aggiunge – ci sono l’estensione del periodo di prova a 30 giorni per tutti i lavoratori conviventi, l’indennità mensile di 100 euro per i lavoratori a livello ‘C super’ o ‘D super’ addetti all’assistenza di più di una persona non autosufficiente e il livello unico per le baby-sitter. Nel nuovo contratto – conclude – abbiamo introdotto il valore della formazione, fondamentale per dare dignità al lavoratore e maggior tutela alla famiglia”.