I resti trovati carbonizzati nella sua Fiat Panda non sono di un cane ma umani: secondo gli inquirenti si tratta di ciò che rimane di Sabrina Beccalli, la 39enne scomparsa a Crema lo scorso 15 agosto. La svolta nelle indagini sulla vicenda è arrivata al termine delle prime analisi eseguite all’Istituto di medicina legale di Milano dalle anatomopatologhe Cristina Cattaneo e Debora Mazzarelli, incaricate dal sostituto procuratore della Repubblica di Cremona, Lisa Saccaro, di eseguire la perizia su una trentina di piccole ossa e lembi di tessuto.

Nelle prossime ore verrà effettuato anche l’esame del Dna, per stabilire con certezza se Sabrina sia morta bruciata nella sua Fiat Panda. Le indagini dovranno verificare se sia stata uccisa da Alessandro Pasini, come sostengono gli inquirenti, o invece sia morta per overdose, come ha sempre sostenuto la difesa dell’indagato, in carcere a Monza. Il 45enne è accusato di omicidio e distruzione di cadavere.

Di Sabrina si erano perse le tracce dal giorno di Ferragosto e la sua auto era stata trovata bruciata dai carabinieri. Al suo interno gli inquirenti avevano trovato delle ossa di un cane, come accertato da due veterinari. Ma l’avvocato Paolo Sperolini, aveva illustrato il parere di un altro medico legale secondo il quale tra le ossa ritrovate ci sarebbe stata una clavicola dello scheletro umano. La Procura di Cremona ha dunque accolto il riesame, disponendo una nuova perizia. Sulla vicenda indagano i carabinieri di Cremona.

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