Basterà il Covid per il riconoscimento istituzionale del ruolo dello psicologo e degli interventi psicologici nella scuola? Con le misure di prevenzione messe in atto con il lockdown sono venuti a mancare molti punti di riferimento, di cui la scuola è uno dei più importanti.
Sono stati messi a dura prova gli equilibri familiari e ora che si ritorna in classe in presenza dopo mesi di autonomia e autogestione, dopo un periodo di relativa tranquillità, si riaffaccia il disagio vissuto, con i dubbi, le incertezze, le ansie per il futuro prossimo. Come si realizzerà questo rientro, peraltro considerato da tutti fondamentale per la ripresa della vita “normale”?
Con la chiusura degli istituti scolastici gli studenti, grandi e piccoli, hanno vissuto un brusco cambiamento nel loro percorso formativo e il rivoluzionamento della loro quotidianità. I genitori, da parte loro, hanno vissuto nel lockdown un grande carico emotivo dovendo combinare le esigenze lavorative con quelle familiari e dovendo affiancare i figli nel processo di adattamento all’emergenza sanitaria.
La prospettiva della ripresa scolastica con i dubbi e le incertezze su come effettivamente si realizzerà e sulla concreta probabilità di nuove restrizioni, complice il rinnovato aumento dei casi, è motivo di grande preoccupazione. Molti genitori hanno comprensibilmente paura di non riuscire a portare avanti i propri progetti lavorativi con i figli a casa, la gestione della didattica a distanza e dell’organizzazione familiare.
Si tende a parlare sempre troppo poco degli aspetti psicologici della vita che, piaccia o meno, sono quelli che dirigono le azioni. Qui è importante parlare delle emozioni legate all’emergenza passata e alla necessità di imparare a convivere con quella presente e futura. Se non possiamo evitarla, cerchiamo almeno di darle un significato, di trasformarla da calamità naturale a cui rassegnarsi passivamente, a opportunità di cambiamento, miglioramento e crescita, forse è meno difficile di quanto si pensa visto che l’essere umano offre il meglio di sé proprio quando è in condizioni estreme.
Sarà dunque importante mettere al primo posto sia in famiglia che a scuola i vissuti emotivi. I bambini e i ragazzi avranno bisogno di aiuto, di tutta la comprensione soprattutto chi di loro si troverà ad affrontare una scuola diversa non solo per le nuove regole ma anche perché entra in un nuovo ordine di studi, con nuovi compagni, nuovi insegnanti, nuovi standard di apprendimento, passaggio già di per sé emotivamente attivante anche in condizioni “normali”. Attività come l’accoglienza, dove gruppi di coetanei senior introducono i “primini” al nuovo percorso scolastico, sono impensabili, almeno per quest’anno.
Il ritorno a scuola non sarà facile, sarà un’organizzazione rigida con grandi limitazioni comportamentali difficili da rispettare soprattutto per i piccoli che avranno più difficoltà a comprendere. Socialità compulsiva o ritiro sociale, difficoltà di concentrazione, irritabilità e, con l’aumento dell’età anche comportamenti a rischio (abuso di sostanze, di alcool, di internet), potrebbero essere all’ordine del giorno e si dovranno fare grandi sforzi per comprendere e per intervenire senza drammatizzare e senza vedere solo gli aspetti patologici, ma sforzandosi di rimanere nel qui ed ora e comprendendo il disagio che i comportamenti stessi esprimono.
Il progetto educativo formativo non potrà riprendere se non saranno affrontati i bisogni emotivi di tutti. Ci dovranno essere spazi e modi per ricostruire un significato condiviso sull’esperienza del lockdown e sulle nuove sfide della ripresa. Gli adulti in generale, e i genitori e gli insegnanti in particolare, avranno un carico più pesante: focalizzare e riconoscere il proprio disagio, focalizzare e riconoscere le ansie, le cadute dell’umore e i traumi dei loro figli, dei loro studenti.
Condividendo emozioni e pensieri riusciranno a dare un senso all’esperienza passata e presente, troveranno ancora il modo per spiegarla ai più piccoli e sapranno trovare lo spazio per confrontarsi con i più grandi. Avranno bisogno di sostegno.