Editore, designer, collezionista, cavaliere e comandante dell’Ordre des Arts et Lettres. Ideatore del più grande labirinto al mondo. L’intellettuale Franco Maria Ricci è morto oggi nella sua casa a Fontanellato, in provincia di Parma. Nato il 2 dicembre del 1937, figlio di una famiglia aristocratica di origine genovese, si laurea in Geologia all’Università degli Studi di Parma, ma inizia la sua attività di editore ed artista grafico già nel 1963, dopo aver lasciato il lavoro per Gulf Oil in Turchia.
Nel 1965 fonda la rivista d’arte FMR, che gli vale il successo nel campo della critica letteraria in tutto il mondo. La rivista, che sembra leggersi come Ephémère in francese, si chiama come le sue iniziali. Il suo primo titolo fu un’opera di Giambattista Bodoni, il Manuale Tipografico. Sulle sue tracce, Ricci debuttò nell’editoria quasi per gioco. Il successo che accolse i novecento esemplari di quella ristampa confidenziale avrebbe deciso il futuro dell’impresa. Tra le collane, si ricordano La Biblioteca di Babele curata da Jorge Luis Borges, Oratio dominica, Morgana, Grand Tour. Tra le grandi opere, ha ristampato l’Enciclopedia di Diderot e d’Alembert.
Dal 2005 si dedica, insieme all’architetto Pier Carlo Bontempi – con il quale condivide l’amore per le forme classiche – alla progettazione di un labirinto nelle campagne di Fontanellato, che è aperto al pubblico dal 2015. “Sognai per la prima volta di costruire il labirinto trent’anni fa, quando conobbi Jorge Luis Borges – scrive lo stesso Ricci sul sito della sua opera – Il Labirinto, si sa, era da sempre uno dei suoi temi preferiti. A differenza di quello di Minosse, che era una prigione, il mio labirinto vuole essere un giardino in cui perdersi senza pericolo“. Il labirinto è composto da circa 200mila piante di bambù ed è considerato il più grande del mondo di questo genere.
Numerosi i messaggi di cordoglio per la sua scomparsa. «La scomparsa di Franco Maria Ricci è un grande dolore – ha detto il ministro per i Beni e le Attività culturali, Dario Franceschini – Con lui viene a mancare un intellettuale di straordinaria sensibilità e intelligenza, un editore colto e raffinato, un uomo che ha sempre operato per divulgare la conoscenza del nostro patrimonio culturale».