Gli ultimi dati disponibili “suggeriscono un forte rimbalzo, in linea con le aspettative”, ha spiegato Christine Lagarde in conferenza stampa. Quest’anno il pil dell’Eurozona dovrebbe crollare “solo” dell’8% contro il -8,7% stimato a giugno. Ma “ampi stimoli” monetari “restano necessari per sostenere l’economia”, che ha bisogno di “condizioni finanziarie favorevoli e un orientamento fiscale accomodante”. In questo quadro di incertezza la Bce si limita – per ora – a confermare lo status quo. Quello dell’emergenza, si intende. Non tocca i tassi e ribadisce che il programma di acquisto di titoli da 1.350 miliardi varato ad hoc per la pandemia e rafforzato a giugno (Pepp) andrà avanti fino a giugno 2021 o “fino a quando non giudicherà che la fase di crisi” legata al coronavirus” sia terminata.

Intanto però l’incertezza aumenta e emerge un nuovo pressante problema: l’euro troppo forte rispetto al dollaro. Sempre di più, dopo la mossa senza precedenti della Fed che per le sue decisioni sui tassi non farà più riferimento a un obiettivo d’inflazione fisso del 2% ma all’andamento medio del costo della vita e all’andamento dell’occupazione negli Usa. Il direttivo giovedì ne ha discusso, ha detto Lagarde ricordando che anche la Bce ha avviato la sua revisione strategica, ma non ha “un target sul tasso di cambio” anche se “chiaramente l’apprezzamento dell’euro ha messo una pressione negativa sull’inflazione. E’ qualcosa che dobbiamo monitorare“. Parole che hanno avuto come conseguenza immediata una nuova fiammata della moneta unica che sale dello 0,75% puntando a quota 1,19 dollari.

L’incertezza autunnale e l’attesa per nuove misure – Molti analisti si attendono intanto nuove misure di stimolo in autunno, alla luce della possibile seconda ondata di Covid ma anche della Brexit e della situazione preoccupante del mercato del lavoro. La stessa Lagarde ha chiarito che l’attività economica rimane “molto al di sotto dei livelli pre crisi” e “la forza della ripresa” resta influenzata “da una significativa incertezza che dipende dal corso della pandemia”. Tanto più che nel frattempo la Fed ha fatto una mossa senza precedenti modificando la sua strategia, che sarà legata a doppio filo all’andamento dell’occupazione negli Usa. Un annuncio che ha rafforzato ulteriormente l’euro sul dollaro, rischiando di mettere in difficoltà l’export dell’Eurozona. Per ora, comunque, le previsioni sull’andamento economico dell’area sono in miglioramento: -8% quest’anno, +5% nel 2021 e +3,2% nel 2022. Le stime di giugno vedevano il Pil a -8,7% quest’anno, quindi +5,2% nel 2021 e +3,3% nel 2022. E il pacchetto Next Generation Eu da 750 miliardi di euro “ha il potenziale per sostenere i Paesi e i settori più colpiti dalla pandemia, rafforzare il Mercato Unico e costruire una ripresa duratura e adeguata”.

In cinque mesi oltre 500 miliardi di acquisti – Il consiglio direttivo della Bce “continua a essere pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti – se necessario – per garantire che l’inflazione si avvicini al suo obiettivoprossimo ma inferiore al 2% “in modo sostenibile, in linea con il suo impegno per la simmetria”, si legge nel comunicato diffuso dall’istituto centrale di Francoforte al termine della riunione di politica monetaria. Inoltre gli acquisti netti di titoli di Stato “continueranno a un ritmo mensile di 20 miliardi di euro“, rimarca la Bce, “insieme agli acquisti al di sotto della dotazione temporanea aggiuntiva di 120 miliardi di euro fino alla fine dell’anno”. Il Consiglio direttivo “continua ad aspettarsi che gli acquisti mensili di attività nette durino per tutto il tempo necessario a rafforzare l’impatto accomodante dei suoi tassi”. In soli cinque mesi, gli acquisti netti di attività da parte della Bce hanno superato la soglia di 500 miliardi, il 38% del Pepp. Peraltro l’Eurotower si è impegnata a reinvestire le scadenze delle attività acquisite nell’ambito di questo programma almeno fino alla fine del 2022.

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