La riforma della legge elettorale ha ufficialmente iniziato il suo percorso a Montecitorio. La commissione Affari costituzionali ha approvato il testo base del Germanicum (o Brescellum), sistema proporzionale con soglia di sbarramento al 5 per cento. Pd e M5s hanno votato a favore, mentre Leu e + Europa si sono astenuti. Italia viva non ha partecipato al voto. E il centrodestra, dopo vari tentativi di ostruzionismo, ha deciso di uscire dall’aula in segno di protesta. La legge elettorale è uno dei nodi principali del patto di governo: i dem, che solo lunedì hanno annunciato il loro voto a favore del taglio dei parlamentari, in cambio chiedono che si proceda sulle riforme, a partire appunto dalla modifica del sistema elettorale. Il voto ha dimostrato che l’accordo M5s e Pd regge, ma anche che senza l’astensione di Iv e Leu l’iter non sarebbe partito. Un punto che l’azzurro Sisto ha rimarcato in dichiarazioni di voto: “Siete un governo di minoranza perché senza i nostri voti, né quelli di Leu, né quelli di Italia Viva né dei Radicali non avete la maggioranza per approvare questa legge”.
Durante la discussione in commissione, sono stati tanti i momenti di tensione. Innanzitutto con il fronte del centrodestra. Tanto che, ad un certo punto, il presidente della commissione Giuseppe Brescia ha fatto intervenire i commessi per spegnere il microfono al deputato della Lega Igor Iezzi. Lo scontro è iniziato dopo che il presidente ha respinto la richiesta del centrodestra di sospendere la seduta e convocare l’ufficio di presidenza. I deputati dell’opposizione hanno cominciato a fare interventi non sul merito della legge elettorale bensì su richiami al regolamento. Brescia ha poi negato la parola a Iezzi il quale ha invece continuato a parlare tenendo il microfono acceso, al che Brescia ha invitato i commessi a spegnere il microfono del deputato leghista. Dopo momenti di tensione Iezzi ha spento il microfono, dicendo di averlo fatto “per rispetto delle signore” dato che a intervenire erano state due commesse. “Sulla legge elettorale non può mai essere una passeggiata“, ha commentato in seguito Brescia. “Anche noi siamo stati opposizione e abbiamo fatto anche di peggio. È normale, è il gioco delle parti. Non c’è nulla di grave. Da gennaio ci sono stati continui rinvii per andare incontro alle opposizioni”.
Nella maggioranza Italia Viva non ha partecipato al voto perché, ha dichiarato il renziano Marco Di Maio, “non condividiamo un percorso accelerato sulla legge elettorale, che ha bisogno di condivisione anche con le opposizioni, tanto più nella delicata fase che l’Italia sta attraversando”. Mentre per Fornaro di Leu, l’astensione è stata motivata dal dissenso sulla soglia di sbarramento al 5% che “va significativamente rivista” perchè esclude oltre 1 milione e mezzo di elettori dalla rappresentanza. Anche Più Europa, con il radicale Riccardo Magi, non ha partecipato al voto: “Non partecipo al voto -ha spiegato Magi- non ritenendo questo modo di procedere adeguato a una riforma elettorale”.