Alle prime luci dell'alba di mercoledì la Digos ha eseguito delle perquisizioni disposte dal pm Andrea Maggioni: sequestrati cellulari e personal computer di Luca Caprini. All'epoca dei fatti, si era giustificato: "Errore imperdonabile". La difesa del Sap: "Un martire di libertà"
Luca Caprini, l’ispettore di Polizia eletto a Ferrara nelle liste della Lega, è indagato dalla procura per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. Caprini era finito lo scorso giugno agli onori delle cronache nazionali per un “like” a corredo di un post che inneggiava ai forni crematori.
“Ma quel signore coi baffi che adoperava i forni non c’è più?”, si leggeva a proposito dell’esibizione dell’Inno nazionale fatta in occasione della finale di Coppa Italia dal cantante Sergio Sylvestre. L’autore del post incriminato, l’imprenditore ferrarese Marco Faccini, è stato a sua volta indagato per gli stessi reati.
Alle prime luci dell’alba di mercoledì la Digos ha eseguito delle perquisizioni disposte dal pm Andrea Maggioni nelle abitazioni di entrambi, sequestrando computer e cellulari. Il “like” filonazista di Caprini, voluto o meno, era diventato un caso nazionale dopo che la segnalazione della consigliera del gruppo Misto nel Comune di Ferrara era stata raccolta da Ilaria Cucchi.
La sorella di Stefano si rivolse sempre via Facebook al Capo della Polizia Franco Gabrielli: “Mi chiedo se questi comportamenti siano consoni ad un appartenente all’Istituzione che Lei rappresenta”. Il clamore finì presto in Parlamento con una interrogazione della deputata del MoVimento 5 Stelle Stefania Ascari e una interpellanza della senatrice Pd Paola Boldrini al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.
Dopo la bufera che lo aveva investito Caprini cancellò il proprio profilo Facebook, affermando che si era trattato di “un mero errore materiale, imperdonabile; chiunque mi conosca sa bene che non ho nessuna propensione o affinità con fascismo e nazismo. L’aver compiuto questo errore non è giustificabile, ne sono consapevole, ma a mia discolpa c’è la mia storia, al di là del fatto che abbia aderito alla Lega. Su questo volevo essere chiaro”.
Non è la prima volta che una bufera mediatica investe Caprini. L’ispettore della Polstrada finì al centro di critiche per aver applaudito durante il congresso del Sap tre dei quattro colleghi già condannati in via definitiva per l’omicidio colposo di Federico Aldrovandi.
Caprini infatti è stato segretario provinciale del Sindacato autonomo di Polizia e oggi è vicesegretario regionale e membro del consiglio nazionale. Proprio il Sap interviene a sua difesa con una nota del segretario generale Stefano Paoloni: “A Caprini, persona integra e moralmente corretta, sono state riservate attenzioni, che spesso è difficile avere nei confronti dei peggiori criminali, e che con tutta sincerità ci sembrano poco comprensibili”. Per Paoloni, anzi, “Caprini è un martire di libertà”.