Intervenendo ai microfoni di 'Agorà' su RaiTre, il virologo direttore di Microbiologia all’università di Padova ha fatto il punto della situazione sull'andamento dell'epidemia di coronavirus in Italia, dove i casi sono in lento ma costante aumento. Quanto poi all'ipotesi di un suo futuro in politica, il virologo ha spiegato: "Ho ricevuto offerte, ma le ho declinate"
“Ci aspettiamo una crescita dei casi ma siamo ancora in una situazione di equilibrio gestibile. Quindi possiamo convivere con bassi livelli di trasmissione, perché 1500 casi non sono paragonabili agli stessi di fine febbraio inizio marzo, quando le persone venivano testate già in fin di vita e quindi mancavano all’appello tutti gli asintomatici. Probabilmente in quei giorni c’erano 35-40mila positivi. Oggi siamo lontani da quei numeri”. A dirlo è il virologo Andrea Crisanti, direttore di Microbiologia all’università di Padova, che intervenendo ai microfoni di ‘Agorà‘ su RaiTre ha fatto il punto della situazione sull’andamento dell’epidemia di coronavirus in Italia, dove i casi sono in lento ma costante aumento. L’ultimo bollettino del ministero della Salute parla di 1.597 nuove infezioni nelle ultime 24 ore, oltre 150 in più rispetto al giorno precedente.
Crisanti ha poi commentato anche il caso del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis – risultato positivo al Covid dopo aver partecipato, nonostante alcuni sintomi sospetti, all’assemblea della Lega Calcio a Milano –, definendolo un “irresponsabile, una persona che sta male dovrebbe rimanere a casa, specie in queste situazioni. Una persona come lui dovrebbe dare esempio avendo una elevata visibilità”.
Quanto poi all’ipotesi di un suo futuro in politica, il virologo ha spiegato: “Ho ricevuto offerte dalla politica, ma le ho declinate perché ho pensato che il mio contributo potesse avere un impatto maggiore stando sul campo. Vedendo che i casi aumentavano, ho pensato non fosse giusto tradire le aspettative di tutti quelli che hanno lavorato con me e di chi ha fiducia in me. È più importante contrastare il virus che fare politica“.