Giustizia & Impunità

Lega, così parlavano i commercialisti arrestati: “Faremo altre mille operazioni, invece di 50 prendi 70”. Ai pm: “L’affare dell’immobile? L’ho appreso durante una visita nella sede della Carroccio”

LE CARTE - L'ordinanza che ha portato all'arresto di Michele Scilieri, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, i professionisti vicini al Carroccio finiti ai domiciliari. Il gip: "Il gruppo beneficia degli incarichi di rilievo tuttora ricoperti" e ha “dimostrato una spiccata capacità organizzativa” nel mettere in piedi la compravendita "gonfiata" del palazzo a Cormano da parte della Lombardia film commission

“Ne faremo altre mille.. la prossima volta andrà bene, invece di 50 ne prendi 70…”. Il gip di Milano Giulio Fanales cita questa intercettazione risalente allo scorso 19 maggio per descrivere “l’abitualitàdei tre commercialisti della Lega finiti ai domiciliari ad avere “condotte illecite”. Alberto Di Rubba, Andrea Manzoni e Michele Scillieri sono accusati, insieme a Fabio Barbarossa, di aver messo in piedi la compravendita “gonfiata” di un palazzo a Nord di Milano da parte della Lombardia film commission (all’epoca presieduta proprio da Di Rubba) con l’obiettivo di mettersi in tasca i fondi che Regione Lombardia aveva erogato per quell’acquisto. Denaro che, ipotizzano i pm, sarebbe finito all’estero in modo analogo ai mille rivoli che potrebbero aver inghiottito parte dei 49 milioni di fondi pubblici del Carroccio spariti dai radar. Il gruppo, scrive il giudice, ha “dimostrato una spiccata capacità organizzativa” e non è escluso che possa commettere “delitti della stessa specie”.

“Due obiettivi criminali” – Nelle carte si legge che “gli indagati hanno dimostrato la rara abilità di portare a termine l’operazione illecita in modo occulto“, mascherando i membri del gruppo dietro al solo nome di Fabio Barbarossa (anche lui finito ai domiciliari). In qualità di rappresentante legale della Immobiliare Andromeda, Barbarossa “ha acquistato” l’immobile a Cormano “per poi rivenderlo al doppio del prezzo” alla Film Commission (fondazione no profit di proprietà della Regione e del comune lombardo), senza però far comparire i nomi dei tre commercialisti. “Gli indagati – continua il gip – sono riusciti a concentrare in un’unica ‘vicenda traslativa’ il conseguimento di due distinti obiettivi criminali“. Quali? “L’indebita appropriazione del denaro pubblico“, cioè i fondi erogati da Regione Lombardia alla Fondazione per l’acquisto dell’immobile, e “il depauperamento, in frode all’erario, del patrimonio della società originaria” a cui apparteneva il palazzo.

Scillieri: “Ne faremo altre mille” – Secondo il giudice, “l’abitualità e la professionalità in capo agli odierni indagati, in relazione a simili condotte illecite” trovano “una loro plastica rappresentazione nel tenore del dialogo” tra Scillieri e Di Rubba captato a maggio. “Ne faremo altre mille… la prossima volta andrà bene, invece di 50 ne prendi 70…”, dice Scillieri all’ex presidente della Film Commission. I due, annota il giudice, “concordano circa la necessità di superare il malcontento serpeggiante fra i sodali in conseguenza dei guadagni rilevatisi minori del previsto”. In un’altra occasione, sempre Scillieri riassume “l’accordo originario” tra i membri del gruppo: “Quando all’inizio abbiamo fatto tutti i conti, nessuno ci perdeva. Quindi la proprietaria (dell’edificio a Cormano, ndr) prendeva la sua parte; quello lì prendeva la sua parte; io prendevo la mia parte e voi prendevate… È andata storta a un certo punto”.

L’incontro in via Bellerio – L’inchiesta ora fa tremare i vertici del partito, dal momento che Di Rubba e Manzoni erano stati designati rispettivamente come revisore legale della Lega al Senato e direttore amministrativo di quello alla Camera dal tesoriere Giulio Centemero. Scillieri, invece, ha lo studio in via Privata delle Stelline 1, a Milano, dove ilfattoquotidiano.it ha scoperto che era stata domiciliata la sede fantasma della Lega per Salvini premier, il nuovo partito nazionale creato dall’ex ministro dell’Interno. Ma c’è di più, perché Andrea Manzoni, in alcune dichiarazioni rese ai pm, ha riferito “di aver appreso da Di Rubba del finanziamento erogato dalla Regione in favore” della Fondazione “finalizzato all’acquisto di un immobile”. Quando? In occasione “di alcune visite presso la sede della Lega in Milano in via Bellerio”. Lo scrive il gip di Milano Giulio Fanales nell’ordinanza eseguita ieri, nell’ambito dell’inchiesta coordinata dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Stefano Civardi. Il gruppo, aggiunge il giudice, “beneficia degli incarichi di rilievo tuttora ricoperti da alcuni suoi componenti negli organigrammi di numerose società ed enti, fra i quali anche soggetti di diritto privato a partecipazione pubblica”.