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In Bielorussia si manifesta per la libertà, a Roma contro la dittatura sanitaria: ironie di regime!

di Raffaele Guarino

“I nemici degli uomini si chiamano Bill Gates e Soros! Gli amici dei popoli si chiamano Trump e Putin!” “Basta regime sanitario!” “Bisogna uscire da questa dittatura che il Governo sta imponendo al popolo!” “Libertà per il popolo italiano!”.

Queste, tra mille altre bizzarrie come il mercurio nelle vene collegato alle antenne 5G (giuro, ci credono davvero!), sono uscite dalle bocche dei 1500 negazionisti che hanno manifestato a Roma in Piazza Bocca della Verità.

Secondo queste persone, noi tutti vivremmo in un regime sanitario-politico, dove i “poteri forti” avrebbero interesse a chiuderci in casa e farci girare con mascherine addosso e gel in tasca, così, perché possono. O forse, perché così ci guadagnerebbe Big Pharma e ci guadagnerebbero anche i giornali continuando a ripetere il solito refrain della pandemia (non so come, ma ci guadagnerebbero).

Tra queste persone, che possiamo identificare come il movimento dei gilet arancioni (negazionisti capitanati dal Generale Pappalardo), si sono uniti anche alcuni militanti di Forza Nuova, i quali (tenetevi forte perché questa è al limite del satirico), urlano al “pericolo dittatura nel nostro Paese”.

Ora, sarebbe utile fare notare a questi soggetti che in un paese dove vige un certo tipo di dittatura manifestazioni come questa non sarebbero state possibili. Ricordiamo che in periodo di lockdown in Cina le strade erano pattugliate dall’esercito armato e lì sì che ti portavano via se eri positivo, altro che Hotel Covid come abbiamo qui nella mia amata Romagna.

Se non facesse ridere, ci sarebbe da piangere. Cliché mischiati a fake news, sbandierati come verità false che potrebbero divenire pure pericolose.

In questo contesto tanto surreale quanto bizzarro, dove si manifesta liberamente urlando contro la mancanza di libertà, lo stesso giorno, in Bielorussia, Maria Kolesnikova, principale oppositrice del Presidente bielorusso Lukashenko, che si era ricandidato dopo 26 anni per il sesto mandato, veniva prelevata da quattro uomini in strada di giorno e caricata in un furgone nero, per poi venire portata alla frontiera ed essere caldamente invitata a lasciare la Bielorussia ed entrare in Ucraina. Al rifiuto, strappando il passaporto per non poter lasciare il paese, veniva arrestata e condotta in carcere.

Ieri sera, Lukashenko è poi intervenuto ricordando a Putin (l’amico dei popoli secondo i “signori negazionisti” sopra) che se cade lui, poi tocca alla Russia. Ecco, qualcuno dovrebbe fare notare a questi soggetti che nei paesi dove comanda il loro “amico dei popoli” o qualcuno dei suoi “gregari”, le manifestazioni vengono sedate coi manganelli, il gas e l’esercito e gli oppositori vengono caricati in un furgone e accompagnati alla frontiera per lasciare il proprio paese senza potervi fare più ritorno.

Tutto questo accadeva nello stesso giorno. A Roma, una manifestazione in una piazza della Capitale con gente che urlava strappandosi le vesti per una presunta mancanza di libertà (ovviamente senza nessuna ripercussione manifestando appunto in un paese libero), mentre in Bielorussia gli oppositori vengono espatriati forzatamente.

Sembra quasi che ironicamente ci abbia pensato il fato a mostrare a questi soggetti come può essere un vero regime; cosa succede quando viene meno la libertà. Tutto nello stesso giorno.
Ironie di regime!

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