L’ex premier Silvio Berlusconi è stato dimesso dal San Raffaele di Milano dove era ricoverato da giovedì 3 settembre dopo essere risultato positivo al coronavirus e aver sviluppato una polmonite bilaterale. “Grazie per essere qui, è stata la prova più pericolosa della mia vita – ha detto uscendo – Anche questa volta l’ho scampata”. L’ex premier spiega quanto è stato importante l’affetto che gli è stato dimostrato: “La condivisione che ho sentito attorno a me mi ha consentito di superare i momenti più difficili, che sono stati tanti nei primi tre giorni“.
1 /6 Coronavirus, Berlusconi dimesso dall’ospedale San raffaele
L’ex presidente del Consiglio ha ringraziato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per la vicinanza. Ma sono stati tanti a esprimergli vicinanza, anche “avversari politici”. “L’affetto, la partecipazione e la condivisione che ho sentito intorno a me mi hanno dato la forza per superare i movimenti più difficili. I primi tre giorni sono stati davvero difficili per una malattia grava e insidiosa. L’80% dei malati oltre gli 80 anni colpiti dal virus non ce l’ha fatta” ha detto il presidente di Forza Italia che compirà 84 anni il 29 settembre. Ringraziamenti per i medici dell’ospedale San Raffaele e per il professor Alberto Zangrillo . “Il professor Clementi del San Raffaele ha studiato il mio tampone – ha spiegato Berlusconi – ed è rimasto sorpreso dall’entità della carica virale che è stata la più alta tra le più alte tra decine di migliaia osservate al San Raffaele”.
Poi l’appello alla responsabilità: “Ognuno di noi è esposto al rischio di contagiare gli altri, rinnovo a tutti l’appello alla massima responsabilità personale e sociali. Il mio pensiero va prima di tutto ai tanti ammalati di Covid e alle loro famiglie”, ha aggiunto, ricordando che “nelle scorse settimana prima di ammalarmi avevo lanciato numerosi appelli a non sottovalutare il pericolo”. “Oggi è il giorno in cui milioni di bambini tornano a scuola: è una notizia positiva, segno di ritorno alla normalità” ma “è un passaggio delicatissimo. Rivolgo agli studenti un affettuoso in bocca al lupo” e “un forte richiamo al rispetto rigoroso delle regole sanitarie – ha aggiunto -. Fatelo per voi stessi, per i vostri nonni, insegnanti e genitori che potreste contagiare“. E un’ultima riflessione: “L’Italia non può restare ferma, sarebbe una catastrofe economica senza precedenti”: lo ha detto Silvio Berlusconi parlando delle conseguenze della pandemia, lasciando il San Raffaele di Milano.
Berlusconi “ha dato grandi soddisfazione e credo che abbia personalmente contribuito a dimostrare che, seguendo delle regole codificate e precise, riusciremo ad avere ragione del virus e riusciremo a rasserenare tutti, visto che c’è molta ansia e preoccupazione”. aveva detto ieri Alberto Zangrillo, responsabile dell’Unità operativa di Terapia intensiva generale e cardiovascolare dell’Irccs ospedale San Raffaele di Milano e medico personale dell’ex premier, in collegamento con ‘L’Aria che tira’ su La7. Berlusconi resterà in isolamento, probabilmente nella sua residenza di Arcore, fino a quando non avrà un secondo tampone negativo.
Già venerdì il”quadro clinico generale” era apparso “confortante” ai medici. Certo è che il leader di Forza Italia ha rischiato molto visto che, sempre a detta di Zangrillo, “la carica virale del tampone nasofaringeo era talmente elevata che a marzo-aprile, sicuramente non avrebbe avuto l’esito che fortunatamente ha ora. Lo avrebbe ucciso? Assolutamente sì, molto probabilmente sì, e lui lo sa“. A evitare un decorso diverso è stata la tempestività: dopo una Tac l’ex premier è stato ricoverato in piena notte. “La cosa fondamentale dell’intervento su Berlusconi non è stata tanto la terapia seguita una volta entrato in ospedale, ma è stato capire che – aveva spiegato in tv – doveva andare in ospedale e che doveva andarci in quella fase. Dieci ore dopo poteva essere troppo tardi, perché lui è un paziente a rischio per i motivi che si sanno”. Per il medico infatti “è’ molto più importante dare degli indirizzi ai medici di medicina generale piuttosto che fare nuove postazioni di terapia intensiva che speriamo di non utilizzare mai – ha aggiunto -. E poi è decisivo avere idee molto chiare sul fatto che la tempestività di intervento è fondamentale”.