Si chiude così il "Daimlergate" scoppiato nel 2017 sulla scia dello scandalo che ha travolto Volkswagen. Gli inquirenti hanno puntato il dito contro il dispositivo installato nelle vetture dell'azienda che consentiva di aggirare i limiti di legge fissati per le emissioni diesel
È di 1,5 miliardi di dollari il conto che dovrà pagare Daimler negli Stati Uniti per aver ingannato i clienti sulle emissioni delle sue auto. La casa tedesca, proprietaria dei marchi Mercedes e Smart, ha ottenuto un patteggiamento per risolvere la disputa sul dieselgate che la vede impegnata dal 2017. L’azienda era accusata di aver installato sulle vetture vendute sul suolo statunitense un dispositivo che consentiva di aggirare i limiti per le emissioni diesel.
Uno scandalo che ora potrebbe arrivare pure in Europa, sulla scia di quanto recentemente successo in Germania, dove la Corte federale tedesca ha stabilito un rimborso parziale al proprietario di una Volkswagen dotata del noto defeat device, in grado di ingannare i test di omologazione. Lo scorso febbraio, poi, la stessa Volkswagen ha raggiunto un accordo extragiudiziale con i consumatori tedeschi, offrendo loro un risarcimento compreso fra 1.350 e 6.257 euro, a seconda del modello e l’età del veicolo, per un totale di 830 milioni di euro.