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Fiorello: “Sanremo è assembramento, se levi il pubblico hai levato l’80% del Festival”

Lo showman e spalla di Amadeus per il secondo anno consecutivo al Festival di Sanremo, concorda con l'amico e direttore artistico sul fatto che la kermesse è pensata e deve svolgersi in versione “standard” e non a ranghi ridotti, a causa delle regole anti Covid-19. Per questo si è deciso di far partire il Festival dal 2 marzo, rispetto all'inizio canonica ai primi di febbraio, auspicando che per allora la situazione sanitaria migliori. In caso contrario si slitterà ancora, ma è una ipotesi che tutti scongiurano

di Andrea Conti

A qualche giorno dalle dichiarazioni del conduttore e direttore artistico del Festival di Sanremo 2021 Amadeus, che aveva ipotizzato uno slittamento ulteriore della kermesse qualora la pandemia fosse ancora in corso, Fiorello non solo appoggia l’ipotesi dell’amico e collega ma rilancia. “Qualcuno ha detto di non pensare alle persone in sala ma ai milioni di spettatori a casa. È difficile cantare e fare comicità davanti a una platea semivuota. – ha detto lo showman al Festival della Comunicazione di Camogli, dove ha ritirato il premio Comunicazione – Fare Sanremo senza pubblico non avrebbe senso. A sentire gli esperti avremo a che fare con il virus almeno ancora sei mesi. E fare un Festival senza pubblico non è possibile. Il format Sanremo è assembramento, è 1.500 giornalisti in sala stampa, il format Sanremo è 1.000 persone davanti all’Ariston, è avere la gente che aspetta i cantanti sotto gli hotel per poterli toccare e abbracciare. Se levi tutto questo hai levato l’80% di Sanremo”.

Proprio Amadeus al Festival della tv di Dogliani, qualche giorno fa, aveva specificato che “senza il pubblico Sanremo non si può fare, è impensabile lasciare la platea con gli spettatori distanziati, è impensabile mettere gli elementi dell’orchestra ogni due metri. L’Ariston è un tempio meraviglioso, ma gli spazi sono ridotti. E poi come fai a dire a Fiorello di non sputarmi l’acqua sul collo”. Quindi le ipotesi rimangono aperte, tra cui quella dello slittamento di data rispetto al 2 marzo preventivato. Anche il direttore di Rai Uno Stefano Coletta è sulla stessa lunghezza d’onda: “Amadeus ha dato una risposta a Dogliani sulla nostra scelta di fare il festival dal 2 al 6 marzo, proprio per dare la possibilità di vedere Sanremo in versione standard. Non c’è stagione di Rai Uno senza Sanremo. È chiaro che ci adatteremo alle condizioni e agli accadimenti di quel momento, ma Sanremo ci sarà”.

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