Scuola

Rientro a scuola: tutte le regole da rispettare dentro e fuori dalla classe. Ecco come il Covid ha cambiato la didattica

Il ritorno alle cattedre e alle lezioni frontali, il non intervallo e (in molti casi) il pasto dal banco, l'attività fisica sospesa e le aule di informatica chiuse. Ilfattoquotidiano.it ha esaminato i maggiori cambiamenti che avverranno da lunedì 14 settembre oltre che le regole che dovranno essere rispettate

Poche ore e si torna tutti in classe. Ma come? Le nuove regole per far ripartire la scuola cambieranno radicalmente la didattica, la vita quotidiana in aula, soprattutto alla primaria e all’infanzia dove gli insegnanti hanno a che fare con fasi importanti dello sviluppo educativo del bambino. Finora si è parlato molto di protocolli, linee guida, verbali del Cts, ma poco di bambini. Ad essere preoccupato per gli studenti più piccoli è il pedagogista Daniele Novara che se la prende coi presidi: “Alcuni dirigenti stanno veramente creando situazione di panico che non hanno niente a che fare con la scuola. I genitori e i bambini chiederanno presto conto. I più piccoli vengono penalizzati. Abbiamo a che fare con presidi pavidi che hanno sbagliato lavoro”. Le misure straordinarie sono state prese per motivi di sicurezza e, come ha detto il premier Giuseppe Conte nel videomessaggio al mondo della scuola di oggi, “disagi e difficoltà” dovranno essere messi in conto. Almeno in una prima fase:“Saremo al vostro fianco”, ha detto sempre il premier. Ilfattoquotidiano.it ha esaminato i maggiori cambiamenti che avverranno da lunedì 14 settembre oltre che le regole che dovranno essere rispettate.

Il ritorno della cattedra e della lezione frontale
Nonostante il Comitato tecnico scientifico abbia parlato della necessità di assicurare un distanziamento da bocca a bocca di un metro, senza specificare la disposizione dei banchi, la maggior parte delle scuole ha pensato di mettere i tavolini uno dietro l’altro, senza che i bambini possano guardarsi in faccia. Un’immagine che ci rimanda alla scuola degli anni Settanta. Una opzione che ha sollevato critiche tra i pedagogisti. “C’erano tante possibilità – ha messo in guardia Novara – per fare il distanziamento. Questo è stato un pretesto per tornare alla scuola Ottocentesca, dove gli alunni devono restare solo fermi al banco e non muoversi. I bambini non possono reggere più di tanto questa situazione”. Torna anche la cattedra. Dov’era sparita ora è riapparsa, a due metri di distanza dai bambini. Addio agli allievi che s’avvicinano alla scrivania del maestro. La riga rossa tra i banchi e la cattedra non va superata a meno che non si indossi la mascherina.

Il non intervallo
Seduti. Sempre seduti. Anche all’intervallo. E’ questa l’indicazione che la maggior parte dei presidi ha dato ai loro insegnati per gestire la ricreazione: meglio farla in aula con le dovute distanze. Qualcuno ha concesso di uscire nel giardino o nel campo sportivo vicino alla scuola, ma a patto di restare distanti. Un’altra scelta che sul lungo periodo potrebbe essere dannosa. “Questa è una violazione”, ha osservato Novara, “dei diritti dei bambini. Il movimento nell’infanzia è fondamentale, un bambino non può essere sedentario”.

In palestra senza giocare
Il Cts scrive: “Nelle prime fasi di riapertura delle scuole sono sconsigliati i giochi di squadra e gli sport di gruppo, mentre sono da privilegiare le attività fisiche sportive individuali che permettano il distanziamento fisico”. A queste parole si sono aggiunte le disposizioni di molti presidi: evitare di usare la palla o gli attrezzi. Altrimenti vanno sanificati. E chi lo fa?

L’attività d’educazione fisica sarà fortemente penalizzata. E questo nonostante le Indicazioni nazionali che citano: “Partecipare alle attività motorie e sportive significa condividere con altre persone esperienze di gruppo, promuovendo l’inserimento anche di alunni con varie forme di diversità ed esaltando il valore della cooperazione e del lavoro di squadra. Il gioco e lo sport sono, infatti, mediatori e facilitatori di relazioni e «incontri». L’attività sportiva promuove il valore del rispetto di regole concordate e condivise e i valori etici che sono alla base della convivenza civile”.

Nessuno tocchi il computer
Se fossimo in un Paese dove in ogni aula ci sono i tablet per fare lezioni 2.0 non sarebbe un problema ma visto che questo per ora è un sogno, le aule d’informatica restano l’unico luogo dove i bambini sperimentano l’uso del computer. Dal ministero non è arrivata alcuna indicazione che vieti l’uso delle aule d’informatica, ma molti presidi per evitare di dover sanificare prima e dopo l’uso tastiere e mousse hanno abolito l’uso di questi spazi. E dire che l’Italia per competenze digitali è al 25esimo posto su 28 Paesi.

Ecco le principali regole da rispettare

Misurare la febbre prima di venire a scuola
E’ una questione di responsabilità individuale. In questa fase è molto importante che ciascuno faccia la sua parte. Il ministero non ha previsto termoscanner e nemmeno misurazione della temperatura a scuola ma ha affidato ai genitori il compito di verificare ogni mattina lo stato di salute del proprio figlio. Con una temperatura superiore ai 37,5 a scuola non si entra. Ma non basta: non bisogna nemmeno avere una sintomatologia respiratoria o essere stati a contatto nei 14 giorni precedenti con un soggetto positivo al coronavirus. E se il bambino ha un raffreddore? Potrà andare a scuola. L’importante è che non abbia febbre e sintomi respiratori.

Non dimenticate la mascherina
Serve sempre. Dal momento in cui si mette piede a scuola (già nell’atrio) dev’essere indossata. La scuola si occuperà di consegnare ad ogni bambino una mascherina chirurgica al giorno. Quelle di “comunità” saranno comunque ammesse purché sanificate ogni giorno. La mascherina dovrà essere messa ogni volta che ci si sposta da un’aula all’altra, per andare in bagno o per andare in palestra. Potrà essere tolta solo una volta che si è seduti al banco qualora sia previsto il distanziamento di un metro. Chi non avrà la possibilità di stare lontano dai compagni dovrà tenerla sempre addosso. Da ricordare che la mascherina consegnata dalla scuola è una. In caso si dovesse rompere, cadere a terra o altro non c’è alcun dispositivo sostitutivo. Tuttavia qualche scuola si è dotata di mascherine di “emergenza” e qualche maestra le ha comperate di sua sponte. La mascherina non viene usata dai bambini dai sei anni in giù e dai diversamente abili.

Ingressi e orari scaglionati
Non pensate di entrare tutti dal portone principale. Quest’anno ogni classe entrerà (se possibile) da un ingresso diverso, il più vicino possibile alla propria aula. In alcune scuole sono stati previsti anche orari diversi di entrata sia all’inizio che alla fine delle lezioni. Nella scuola dell’infanzia, l’ingresso dei bambini, accompagnati da un solo adulto, è scaglionato e organizzato in una fascia temporale ampia, che può raggiungere i 90 minuti

In caso di contagio
Se l’alunno ha la febbre oltre i 37,5 deve restare a casa. I genitori devono immediatamente informare il pediatra di libera scelta e il medico di famiglia oltre a comunicare l’assenza scolastica per motivi di salute. Il pediatra o il medico di famiglia effettuano il test diagnostico e comunicano il risultato al dipartimento di prevenzione. Lo studente positivo può rientrare a scuola solo quando c’è la guarigione clinica, cioè la totale assenza dei sintomi. La conferma della guarigione prevede l’effettuazione di due tamponi a distanza di 24 ore l’uno dall’altro. Se entrambi i tamponi risultano negativi il bambino potrà definirsi guarito, altrimenti proseguirà l’isolamento. Se lo studente è positivo, saranno tracciati i contatti e la Asl competente valuterà le misure da adottare e, se necessario, la quarantena per i compagni di classe, gli insegnanti e chi ha avuto un contatto stretto nelle ultime 48 ore. La scuola dovrà effettuare una sanificazione straordinaria, ma non è prevista la chiusura dell’istituto per un solo caso di coronavirus.

Sul tram e sui bus
La capienza sarà fino all’80%. Saranno gli autisti a far entrare solo il numero di viaggiatori possibili e a bloccare gli altri. Sarà obbligatorio indossare la mascherina, ma non vi sarà alcun separatore ma andrà rispettato il distanziamento di un metro. La capacità di riempimento può essere aumentata solo nel caso si riesca a garantire il ricambio di aria e il suo filtraggio, con idonei strumenti di aerazione. Sui mezzi vi sarà una colonnina con il gel igienizzante.

Il pasto a scuola
L’indicazione del Comitato tecnico scientifico e del ministero è stata quella di usare le refezioni e solo in caso estremo il lunch box. Tuttavia molte scuole hanno adoperato la sala mensa come aula e sono state costrette a ricorrere al lunch box da consumare in aula.

Durante il pranzo non si dovrò portare la mascherina, ma dovrà essere assicurato il distanziamento di un metro. I banchi dovranno essere sanificati prima e dopo il pranzo. Dopo la mensa sarà impossibile come in passato giocare tutti insieme ma si dovrà restare seduti. Chi userà la refezione dovrà fare più turni per assicurare il rispetto delle regole.