Il “Braveheart” de noiartri Christian Solinas ci riprova imperterrito. A maggio strepitava che pretendeva la “patente d’immunità” al Covid e tutti (compreso il sottoscritto) gli risposero che non esisteva, oltre a violare giust’appunto qualche articolo della Costituzione. Ma che vuoi che sia. Bazzecole.
Ora tuona (a temporale finito) con l’ordinanza varata nottetempo nella Regione Sardegna, ossia la n. 43 – 11 settembre 2020, avente ad oggetto “Ulteriori misure straordinarie urgenti di contrasto e prevenzione della diffusione epidemiologica da Covid-19 nel territorio regionale della Sardegna. Ordinanza ai sensi dell’art.32, comma 3, della legge 23 dicembre 1978, n.833 in materia di igiene e sanità pubblica” che non è solo palesemente illegittima, in quanto affetta da molteplici vizi come si vedrà, ma ancor più grave: è semplicemente farsesca.
E’ farsesca perché chiede che coloro che entrino in Sardegna dal 14 settembre siano “invitati a presentare, all’atto dell’imbarco, l’esito di un test – sierologico (Igg e Igm) o molecolare (Rna) o antigenico rapido – eseguito non oltre le 48 ore dalla partenza, che abbia dato esito negativo per Covid-19.” o in alternativa “dimostrare, sempre all’atto dell’imbarco, di aver compilato on line apposita autocertificazione, (…) comprovante di essersi sottoposti, nelle 48 ore antecedenti all’ingresso nel territorio regionale, ad un test sierologico, molecolare o antigenico, il cui esito è risultato negativo (…)” (art. 10 comma 1 ordinanza).
E’ innanzitutto una farsa giuridica poiché da un lato invita (dunque non è un obbligo) ma poi al comma successivo è scritto che in realtà forse è un obbligo: “I passeggeri di cui al precedente comma 1, che si presentino sul territorio regionale privi della necessaria certificazione di cui al punto 1 dell’art 10, accettano di sottoporsi ad un test molecolare o antigenico, da effettuarsi per mezzo di tampone entro 48 ore dall’ingresso nel territorio regionale, a cura dell’azienda sanitaria locale di riferimento ovvero presso una struttura privata accreditata. A tal fine gli stessi passeggeri, anche se asintomatici, sono obbligati a comunicare immediatamente il proprio ingresso nel territorio regionale all’azienda sanitaria competente e, nelle more dell’esito delle indagini di laboratorio effettuate dalla competente Azienda sanitaria, ad osservare l’isolamento domiciliare fiduciario, che verrà meno solo all’atto dell’eventuale esito”.
Una norma scritta da un autentico azzeccagarbugli o nell’ipotesi migliore frutto di un paio di giri sull’ottovolante. Ma il contenuto veramente farsesco è però la sostanza, ossia quell’“eseguito non oltre le 48 ore dalla partenza” il che consentirebbe di farsi “testare” 48 ore prima e poi nelle 48 ore successive prodigarsi in orge lussuriose (anche metaforiche) con centinaia di convitati. Oppure di baciarsi e abbracciarsi con decine di amici e parenti all’atto di partenza o finanche in aereo.
Alla farsa si è aggiunta altra farsa, posto che poco fa l’assessore della Sanità della Regione Sardegna, Mario Nieddu, ha dovuto precisare che: “Non c’è l’obbligo di presentarsi all’imbarco con una certificazione di negatività perché nell’ordinanza si parla solo di un invito, c’è però l’obbligo di sottoporsi a tampone molecolare o antigenico in Sardegna entro 48 ore dallo sbarco se non si è esibita la certificazione richiesta”.
Precisando che: “Si resta in isolamento finché non si riparte; si è infatti obbligati a ottemperare un’ordinanza, la si può anche impugnare davanti alla Corte Costituzionale se si ritiene che stia violando i propri diritti, ma intanto la si deve ottemperare, altrimenti si va incontro alle sanzioni previste dalla legge. D’altronde non si capisce perché il Lazio può farlo e la Sardegna no: nel Lazio, quando arrivi dalla Sardegna, ti somministrano il tampone, volente o nolente”.
Ma non è proprio così, poiché scrive la Regione Lazio che: “Per i cittadini che hanno soggiornato in Sardegna e rientrano nella regione Lazio è consentito il ricorso al test molecolare su tampone nasofaringeo.” Ergo non c’è alcun obbligo. Se Solinas volesse avere un atteggiamento pragmatico e non vacuo e politico, basterebbe per la Regione farsi carico di un test rapido per ogni soggetto in entrata in Sardegna, e con costo a carico dei soli soggetti positivi. Il soggetto sano non può essere infatti gravato di un test per dimostrare di essere sano.
Veniamo ora alla illegittimità dell’Ordinanza, quanto al vizio maggiore (proprio la violazione dell’art. 32, comma 3, l. 23 dicembre 1978, n. 833) poiché devono sussistere i presupposti per emettere l’ordinanza di carattere contingibile e urgente, in materia di igiene e sanità pubblica. Nella fattispecie inesistenti poiché non vi è alcuna emergenza particolare in Sardegna, ma alcuni numeri (di casi e decessi) allineati con le altre Regioni.
Infatti nel leggere l’ordinanza il presupposto sarebbe costituito da asserzioni vaghe e generiche quali: “Ritenuto di dover prevedere un idoneo sistema di contenimento della circolazione del virus, a salvaguardia della salute sia dei turisti che dei cittadini sardi, che interessi indistintamente tutti i viaggiatori provenienti dall’estero e dal resto del territorio nazionale, nei quali la circolazione del virus è ancora particolarmente significativa e, secondo le ultime rilevazioni, in costante aumento”;
“Rilevato che la curva di contagio si è alzata nei primi giorni del mese di agosto in coincidenza col flusso turistico di massa, avendo la Regione Sardegna contenuto la diffusione del virus con un numero di contagi accertati prossimo allo zero fino a tutto il mese di luglio 2020” (pag. 4 ordinanza).
E “Ritenuto che in ragione della condizione insulare della Sardegna, della conseguente limitata quantità di punti di accesso e del dimensionamento del servizio sanitario regionale, che – per quanto potenziato in maniera considerevole nelle strutture e nei reparti specialmente dedicati alla cura delle patologie da Covid-19 – non potrebbe fare fronte alla ripresa della diffusione virale con numeri esponenzialmente superiori alla propria capacità di erogazione di prestazioni, connessi ai flussi turistici estivi, appare comunque necessario un sistema di controlli preventivo rinforzato sugli arrivi al fine di filtrare ulteriormente la possibilità di nuova circolazione virale” (pag. 5 ordinanza).
Le ragioni reali di tale ordinanza sono politiche, il voler ergersi a paladino del “sardismo”, il timore di non poter gestire a livello sanitario numeri superiori a qualche decina, a causa di un sistema inadeguato ed inefficiente.
Caro Solinas, può davvero dimostrare di essere un bravo governatore creando invece un efficiente: trasporto ferroviario, servizio idrico, servizio sanitario, sistema di prevenzione degli incendi, tutela del paesaggio, valorizzazione della bellezza della Sardegna (cultura, tradizioni, cibo, buon vivere).