Scuola

Genova, a scuola senza banchi: Toti pubblica la foto dei bimbi seduti per terra. Il preside: “Era un momento di festa strumentalizzato”

La foto proviene dall'Istituto Castelletto. Il preside Renzo Ronconi ha specificato che i banchi arriveranno domani e che la foto è stata scattata da una maestra, ma senza secondi fini: "Primo giorno è stato un momento di festa"

Bambini delle elementari seduti per terra che usano le sedie come banchi per scrivere, altri con il quaderno sulle ginocchia per disegnare e altri in ginocchio. È la foto scattata da una maestra in una scuola di Genova durante il primo giorno di scuola. L’immagine, diventata virale sui social, ha scatenato le reazioni di genitori e politici.

L’accusa del governatore: “Immagine non degna di un Paese civile”
“Cara Azzolina, questi sono gli alunni di una classe genovese, che scrivono in ginocchio perché non hanno i banchi che avevate promesso – scrive su Twitter il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti – I nostri bambini, le maestre e le famiglie non meritano questo trattamento, soprattutto dopo i sacrifici fatti in questi mesi in cui era anche un dovere morale lavorare per evitare tutto questo”. Nel post, Toti dichiara di stare già scrivendo una lettera alla Direzione scolastica per intervenire immediatamente. “Un’immagine come questa non è degna di un Paese civile come l’Italia”, conclude.

Il dirigente d’Istituto: “Primo giorno è stato un momento di festa”
La foto proviene dall’Istituto Castelletto di Genova ed è Renzo Ronconi, neo-dirigente in carica dal 1 settembre, a rispondere al governatore, specificando che quello ritratto era un momento di gioco, in cui i bambini sono stati lasciati liberi di disegnare. “I banchi, ordinati con largo anticipo, arriveranno domani pomeriggio, il 15 settembre – dichiara Ronconi – Nel primo giorno di scuola, che è stato un giorno di festa, abbiamo solo evitato di rimettere quelli vecchi”. Il preside ha spiegato che la foto è stata scattata da un’insegnante senza secondi fini. “Ritrae bambini che, durante una attività didattica, stanno disegnando sereni in libertà. Una ingenuità da parte dell’insegnante farla girare, ma è sbagliato e grave strumentalizzarla, strumentalizzando, con essa, soprattutto i bambini”, risponde il preside.

A proposito del primo giorno di scuola e della nuova dirigenza, Ronconi racconta che nell’istituto “ho trovato docenti preparati e motivati che difendo e bambini sorridenti e felici di tornare a scuola. Questa è l’immagine che porto nel cuore da questo primo giorno e che desidero rimanga a famiglie ed insegnanti”, prosegue il preside. “La scuola ha svolto un grande lavoro nei mesi estivi per organizzare la riapertura. Come molte altre scuole ha affrontato le difficoltà di questi ultimi giorni con spirito costruttivo e collaborativo. Tra queste difficoltà, ci sono anche i ritardi nella consegna degli arredi”.

Le pressioni dei genitori e i banchi in ritardo: i giorni prima della riapertura
In tempo per la riapertura del 14 all’Istituto Castelletto si aspettavano, oltre ai banchi, anche il personale Ata e gli insegnanti aggiuntivi per l’emergenza Covid-19. Ma, venerdì 11 settembre, alla scuola arriva la certezza che i nuovi arredi scolastici non sarebbero stati consegnati in tempo, e che, così come il personale aggiuntivo, sarebbero arrivati soltanto martedì. Per questo la dirigenza decide di rinviare l’apertura della scuola di 48 ore, fissando la prima campanella per mercoledì 16. Così da avere il tempo di sistemare le aule e accogliere gli alunni al meglio. Ma questa decisione del neo-preside provoca la reazione di alcuni genitori, che scrivono una lettera appellandosi ai politici locali. Dopo le pressioni del Provveditorato, la dirigenza decide di aprire le porte lunedì, ma soltanto per due ore di lezione, avvisando che alcune classi non avrebbero avuto l’arredo scolastico completo anche perché la scuola ha già dato via i vecchi banchi. Ma, per i bambini, non sembra essere un grande problema: come riportano alcune mamme, sono stati contenti di tornati a scuola e aver passato due ore con i compagni, anche senza banchi.