I fedeli che si sono presentati alla messa prefestiva a Rustega di Camposampiero si aspettavano che il rito fosse celebrato da don Marco Scattolon, 75 anni. Invece, con loro grande sorpresa, all’altare è andato il vescovo di Treviso in persona, monsignor Michele Tomasi, accompagnato da don Claudio Bosa, parroco di San Pietro e Paolo di Camposampiero. E così i fedeli hanno avuto la conferma che il loro parroco era stato rimosso dall’incarico, dopo che aveva denunciato ai carabinieri di essere rimasto vittima di un ricatto sessuale da parte di due fratelli marocchini che sono finiti in carcere (dopo l’udienza di convalida uno dei due è stato rimesso in libertà, con l’obbligo di dimora).
“Buonasera a tutti. Sicuramente avrete letto i giornali in questi giorni e sentito le notizie. Abbiamo deciso di trasferire il parroco in una comunità lontana da qui per la sua serenità, perché possa fare ordine e superare questo momento di difficoltà”, ha detto il vescovo che ha competenza sulla parrocchia che si trova in provincia di Padova. Il presule ha proseguito: “Stasera sono qui a celebrare con voi perché come comunità non dovete sentirvi soli. Ora dobbiamo pregare e lasciare a chi di competenza il tempo per le indagini; certamente, i processi non si fanno sui giornali o in piazza”.
Il vescovo non ha quindi evitato di affrontare lo spinoso argomento: “Bisogna perdonare sempre, anche se costa fatica. Verso chi ha peccato ci vogliono pazienza che si accompagna alla sofferenza, e compassione. Il giudizio finale è solo quello di Dio mentre per le questioni giuridiche ci sono le autorità preposte. Ma ricordatevi sempre che il perdono è più forte del peccato”, ha concluso monsignor Tomasi.
Don Marco si era presentato ai carabinieri dopo aver ricevuto la richiesta di pagare 40mila euro (poi ridotti a 4mila) da Zouhair Abousad, 26 anni, disoccupato e con precedenti penali, che aveva filmato un incontro sessuale avvenuto in canonica. Il sacerdote aveva dichiarato di essere caduto in una trappola, mentre Zouhair, che vive di espedienti, si era difeso affermando che la storia andava avanti da alcuni anni. Alla fine aveva deciso di vendicarsi. Arrestato anche il fratello Zakaria Abousad, 33 anni, che aveva accompagnato Zouhair all’incontro per la consegna del denaro. Ma i due avevano trovato i carabinieri che li avevano fermati per estorsione.