Oltre 80 milioni di euro, 30 dei quali di emanazione pubblica per mano di Invitalia. La ex Lucchini di Piombino riprova a ripartire da qui. Lo prevede il nuovo piano industriale del polo siderurigico toscano, il secondo d’Italia, che è stato annunciato martedì 15 settembre, dopo che in giugno ne era stato deciso l’inserimento all’interno di una pianificazione strategica nazionale per l’acciaio. Da qui alla possibilità di un ingresso dello Stato nel capitale dell’acciaieria e di conseguente un impegno propulsivo del ministero dello Sviluppo economico per la ripresa della produzione nell’impianto che fa capo alla Jsw Steel Italy del gruppo indiano Jindal che è vicepresieduta dall’imprenditore renziano Marco Carrai.
Il piano si divide in due fasi: la prima, a breve termine, punta a efficientare gli impianti di laminazione, completare la gamma prodotti e far tornare l’azienda ad una redditività soddisfacente. La seconda fase, a medio termine, ha come obiettivo nel prossimo quinquennio il ritorno alla produzione dell’acciaio attraverso l’utilizzo del forno elettrico e alla costruzione di un complesso industriale multicentrico che preveda anche attività di logistica, manufacturing e ambiente da realizzarsi con selezionati partners dei singoli settori e finanziari.
Alla presentazione del piano erano presenti oltre a Carrai, il sottosegretario allo Sviluppo Economico Alessia Morani, il presidente uscente della Regione Toscana Enrico Rossi e il Sindaco di Piombino Francesco Ferrari. Sono intervenute anche le Parti Sociali, i rappresentanti della Provincia, del ministero dell’Ambiente, del ministero del Lavoro, Invitalia, le Autorità di sistema portuale Alto Tirreno e il Demanio. E tutti i partner finanziari coinvolti nel piano industriale.
Con l’occazione Carrai ha sottolineato che “Invitalia per bocca del sottosegretario Alessia Morani ha esplicitato che entrerà nel capitale” di Jsw Steel Italy Piombino “con circa 30 milioni di euro. Sulle modalità avremo venerdì una riunione in cui si parlerà della finalizzazione, spero entro fine ottobre, e delle modalità”.
“Al momento è positivo l’annunciato piano di investimenti di 82 milioni di euro per la messa in sicurezza dei treni di laminazione, mentre per la ripresa della produzione di acciaio liquido bisognerà aspettare il 2025″, hanno commentato Guglielmo Gambardella, Coordinatore nazionale Uilm per il settore siderurgico, e Lorenzo Fusco, Segretario Uilm Piombino. “Abbiamo chiesto di poter fare approfondimenti sull’intero piano industriale, in particolare chiarimenti sullo sviluppo della logistica, certezza della disponibilità delle relative aree del porto oltre al piano di rioccupazione di tutti i 1.872 lavoratori del gruppo Jsw”, hanno aggiunto i due sindacalisti Uil esprimendo “forti perplessità sul rinvio della progettazione del forno elettrico al prossimo anno. L’orizzonte temporale del 2025 pone la questione degli ammortizzatori sociali da affrontare. Allo stesso tempo riteniamo positiva la ricerca della diversificazione delle attività a partire da quelle della produzione di energie rinnovabili con il fondo Creon e della cantieristica con Fincantieri che attendiamo di verificare in futuro”.