In vista del vertice annuale della Climate Week di New York, Facebook ha ribadito il proprio impegno nei confronti dei cambiamenti climatici in atto, annunciando sia il Climate Science Information Center, una pagina Facebook speciale che offre informazioni e risorse sui cambiamenti climatici, sia ribadendo la propria volontà di raggiungere zero emissioni di carbonio per le sue operazioni globali nel 2020 e zero emissioni per la sua intera catena nel 2030, sulla scia di quanto stanno facendo altri colossi dell’hi-tech come Microsoft, Google e Apple.
La società di Mark Zuckerberg ha spiegato che l’intento della pagina speciale è di fornire informazioni affidabili e scientificamente fondate sui cambiamenti climatici, provenienti dalle principali organizzazioni climatiche del mondo, con i curatori di Facebook News che pubblicheranno post di “editori di qualità e altre fonti rilevanti”. La pagina, sul modello di quella realizzata per l’emergenza da COVID-19, fornirà anche indicazioni sulle misure che è possibile intraprendere nella propria vita privata per prevenire il cambiamento climatico, e cercherà così di ostacolare anche la cattiva informazione, diffusa a piene mani proprio attraverso i social e non solo dai tanti negazionisti.
Non è un caso probabilmente che i nuovi impegni di Facebook sul clima siano stati dichiarati proprio ora che gli incendi lungo la costa occidentale degli Stati Uniti stanno battendo ogni record e soffocando nel fumo la Silicon Valley, mentre il Presidente Donald Trump continua a diffondere tesi negazioniste sui cambiamenti climatici che invece, secondo gli scienziati, starebbero proprio rendendo più distruttivi gli incendi.
Il centro informazioni sul clima sarà disponibile a breve a partire da Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Francia e “presto” in altri Paesi. La produzione di CO2 di Facebook è diminuita ogni anno a partire dal 2017. Da quanto emerge dal proprio rapporto annuale sulla sostenibilità infatti i data center e gli uffici di Facebook hanno generato circa 251.000 tonnellate di gas serra lo scorso anno, rispetto alle 616.000 del 2017. Per questo il colosso ha intenzione di proseguire sulla strada già tracciata con i datacenter di Odense, in Danimarca, completamente alimentato tramite energia eolica, e Clonee, in Irlanda, dove l’azienda ha aggiunto una varietà di piante autoctone per supportare le popolazioni di api nell’area e ha introdotto un programma per coltivare mezzo milione di alveari.