Il ministro dello Sviluppo: "Il percorso di decarbonizzazione non può essere parziale ma totale e si deve capire se può stare insieme alla sostenibilità economica dell’impianto o se la soluzione deve essere diversa dal ciclo integrale dell’acciaio". Lunedì Gualtieri aveva ipotizzato un ruolo anche per l'idrogeno nella produzione di preridotto
“L’idrogeno in questo momento non è una prospettiva per la decarbonizzazione dell’Ilva di Taranto”. Ad affermarlo è il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli nel corso di un evento al Senato. Solo lunedì il titolare dell’Economia, Roberto Gualtieri, aveva invece citato l’idrogeno tra le opzioni future spiegando: occorre “modificare il processo produttivo investendo sulla produzione di preridotto che può essere alimentato a gas e poi anche ad idrogeno”.
I due ministri sono comunque concordi sul fatto che, come ha sottolineato l’esponente M5s, “l’Italia non può perdere il treno dell’idrogeno anzi deve essere la locomotiva. L’idrogeno sarà il vettore energetico dei prossimi dieci anni”. La questione dell’ambientalizzazione del sito di Taranto è più complessa, per Patuanelli: “E’ evidente che il percorso di decarbonizzazione non può essere parziale ma totale, e che si deve capire se può stare insieme alla sostenibilità economica dell’impianto o se la soluzione deve essere diversa dal ciclo integrale dell’acciaio, portando a un ragionamento complessivo sugli impianti”, spiega il ministro.
L’idrogeno, invece, in questa fase, sottolinea Patuanelli, “è un’opportunità occupazionale a prescindere dalla chiusura dell’impianto” dell’ex Ilva, perché “può permettere di riconvertire dei lavoratori che in quella zona come in altre hanno bisogno di alternative occupazionali”.