Alexei Navalny si mostra in foto per la prima volta dall’avvelenamento del 20 agosto. Dopo che, nelle ultime ore, i medici del Charité di Berlino che lo stanno curando hanno annunciato che il principale oppositore di Vladimir Putin in Russia respira autonomamente, è lui che su Instagram diffonde l’immagine e torna a rivolgersi ai suoi sostenitori: “Mi mancate – ha scritto il blogger dissidente – Non riesco ancora a fare quasi niente ma ieri sono riuscito a respirare da solo per tutto il giorno. In generale sono me stesso. Non ho usato alcun aiuto esterno, nemmeno la più semplice valvola in gola. Mi è piaciuto molto. È processo sorprendente, sottovalutato da molti. Ve lo raccomando”.

In fase di guarigione, il blogger ha annunciato, attraverso la propria portavoce, Kira Yarmysh, l’intenzione di tornare in Russia: “I giornalisti mi scrivevano questa mattina per chiedermi se è vero che Alexei ha in programma di ritornare in Russia. Capisco il motivo di questa domanda, ma tuttavia mi sembra strano che qualcuno possa pensare il contrario. Posso confermare a tutti ancora una volta che non sono mai state prese in considerazione altre opzioni”, ha twittato.

Dopo che ieri anche gli esperti medici di Francia e Svezia hanno confermato, dopo ulteriori analisi, la tesi dei colleghi tedeschi sull’avvelenamento con l’agente nervino Novichok, continua lo scontro diplomatico tra la Russia e il blocco europeo e americano, dopo la telefonata tra Vladimir Putin ed Emmanuel Macron in cui il presidente francese ha chiesto all’omologo trasparenza parlando di “tentativo di omicidio”, ricevendo come risposta la richiesta di “trasferimento in Russia dei biomateriali”.

Il direttore dei servizi segreti esterni (Svr), Serghei Naryshkin, è tornato ad attaccare la Germania: “È un dato di fatto – ha dichiarato citato da Interfax – che nel momento in cui Alexei Navalny ha lasciato il territorio russo non c’erano tossine nel suo organismo. Pertanto, abbiamo molte domande per la parte tedesca”. Il capo dell’intelligence ha inoltre aggiunto che “i gas sono stati eliminati in conformità con le procedure e le regole dell’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (Opac), il che è stato adeguatamente documentato. Qualsiasi speculazione che la Russia produca o tenga ancora in magazzino vecchie riserve di armi chimiche sono ovviamente disinformazione”.

Nel mirino di Vyacheslav Volodin, presidente della Duma, il Parlamento russo, sono finiti invece gli Stati Uniti: “Tutto il caso Navalny, le sanzioni, tutto questo è legato a una provocazione – ha detto al canale televisivo Rossiya-24 – Si tratta di una provocazione da parte di Paesi stranieri, potenze occidentali, questa è una provocazione da parte degli Stati Uniti d’America. L’obiettivo è fermare lo sviluppo della Russia attraverso le sanzioni. Ma non ci riusciranno”.

Nonostante il clima rimanga molto teso tra le diplomazie, il Cremlino dice che non c’è motivo di esacerbare le relazioni della Russia con le nazioni europee a causa della vicenda Navalny. “Per ora non abbiamo tratto conclusioni affrettate sull’impatto delle nostre relazioni con un certo numero di Paesi europei – ha dichiarato il portavoce Dmitry Peskov – In questo caso ci limitiamo a dichiarare la nostra totale incomprensione degli eventi in corso. Riaffermiamo la nostra disponibilità e la nostra intenzione a scoprire cosa è successo esattamente”. Aggiungendo che un ritorno in patria di Navalny sarebbe ben accetto: “Ogni cittadino della Federazione Russa può lasciare la Russia e tornare in Russia di sua spontanea volontà. Se la salute di questo cittadino della Federazione Russa migliorerà, naturalmente, questo renderà tutti contenti”.

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