I dazi di Donald Trump sui prodotti cinesi imposti nel 2018 violano le regole internazionali. E’ quanto ha sentenziato oggi l’Organizzazione mondiale del commercio (Wto). Si tratta di tariffe che colpiscono beni made in China per 200 miliardi di dollari. La sentenza, in teoria, consentirebbe alla Cina di varare contro-dazi su miliardi di merci statunitensi. Washington può comunque porre il proprio veto sulla decisione del Wto presentando un appello nei prossimi 60 giorni. Probabile che questo avvenga visto che Trump non è nuovo ad accese schermaglie con il Wto. Paradossalmente la corte d’appello attualmente non è operativa, principalmente per il rifiuto di Washington ad accettare nuovi membri all’interno della stessa organizzazione.
I rilievi dell’Organizzazione riguardano l’impiego di una legge statunitense sul commercio del 1974 ma che non era più stata utilizzata dagli anni novanta poiché le amministrazioni americani avevano sposato le pratiche Wto. La Casa Bianca ha riesumato la norma per giustificare la decisione unilaterale di imporre dazi contro Pechino. In base a questa norma il presidente Usa può imporre tariffe e restrizioni contro qualsiasi paese che svolga pratiche commerciali che danneggiano i prodotti statunitensi. La Casa Bianca ha affermato che questo avviene per quanto riguarda i diritti di proprietà intellettuale e competenze tecnologiche. Secondo il Wto, tuttavia, queste accuse non sono mai state dimostrate.
Per contro la Cina contestava queste misure anche in sede del Wto, rilevando come per non infrangere le regole le tariffe avrebbero dovuto essere applicate a tutti i paesi membri. Inoltre, secondo le regole internazionali, le sanzioni dovrebbero essere precedute da un ricorso alla stessa Organizzazione del commercio perché si pronunci sulla questione. Passaggio che è stato ignorato da Washington. La decisione odierna spunta le armi di Trump contro l’Europa. Il presidente statunitense ha infatti minacciato di ricorrere alla medesima legge per imporre sanzioni contro prodotti europei come ritorsione per l’applicazione della digital tax a imprese statunitensi.