Un mea culpa generale, bisogna ammettere dote rara tra produttori e dirigenti televisivi, con la voglia di tentare l’ultima carta. Si respirava aria di riscossa alla conferenza stampa della 14esima edizione di “X Factor”, che lo scorso anno ha faticato parecchio soprattutto in termini di ascolti e di affezione da parte del pubblico. Il talent è ai nastri di partenza e la macchina si accenderà giovedì 17 settembre in prima serata su Sky Uno e Now Tv con sei puntate registrate allo Studio 5 di Cinecittà, il Live partirà dal 19 ottobre e al momento è previsto con pubblico contingentato in uno studio, costruito nell’ex Area Expo, a Milano. Sono 3 le fasi di selezione che i ragazzi dovranno superare: le prime Audizioni, il Bootcamp con il momento delle sedie per le squadre e la nuova fase delle Last Call, l’ultima chance per poter entrare nel gruppo dei 12 protagonisti dei Live di X Factor. Quest’anno ci sarà il restyling della sigla, affidato al produttore e autore Dardust. “Non è stato semplice riattualizzare un tema iconico e fermo nel tempo come quello di X Factor – dichiara Dardust -. L’unica maniera è stata quella di portarlo nel mio mondo di sinth, arpeggiatori e percussioni senza snaturarlo. Ho cercato di renderlo più contemporaneo accentuando il carattere epico dell’originale”.
“Non va nascosto che la scorsa edizione in termini di ascolto non ci ha soddisfatto, qualcosa ha interrotto il rapporto con il pubblico. – ammette con onestà Nicola Maccanico Executive Vice President Programming di Sky Italia- X Factor era un bellissimo quadro che non emozionava abbastanza. Quindi ci siamo mossi con un grande gioco di squadra. Siamo ripartiti dalle storie, dal rapporto umano, dai personaggi. La musica doveva essere parte integrante di un racconto. La chiave di quest’anno sono i giovani”. Anche Gabriele Immirzi, CEO di Fremantle, è sulla stessa lunghezza d’onda: “Volevamo stravolgere il programma per renderlo più contemporaneo e restituirgli a una rilevanza che forse aveva perso lo scorso anno. La rivoluzione, poi, ci è arrivata dritta con il Covid-19”.
“Proprio perché parliamo di un formato longevo – interviene la curatrice dello show Eliana Guerra – per poter continuare a farlo ci obbliga ogni anno a chiederci qual è la chiave per far sì che questo format possa continuare ad avere un senso. La chiave è ascoltare quello che c’è intorno e riportarlo all’interno del format. Poi è arrivato il Covid che ha segnato un punto fondamentale di non ritorno per noi e per tutti i ragazzi. Per questo ci siamo concentrati sul racconto”.
A causa della pandemia si è dovuto fare di necessità virtù. Casting online (40mila le richieste arrivate sul sito), provini a porte chiuse rispettando rigidamente i protocolli stabiliti dal Governo e il ritorno alla fase delle Audizioni nel format targato Rai, senza pubblico. I quattro giudici Emma, Manuel Agnelli, Hell Raton e Mika sono seduti distanziati nello studio di Cinecittà dai colori scuri tra il nero e il ghiaccio, mentre gli aspiranti talent passano uno dopo l’altro senza l’ansia del pubblico presente. Un punto a vantaggio per creare una atmosfera anche più intima con i quattro giudici. Ma basterà tutto questo a recuperare il terreno perduto e creare empatia con il pubblico?