Il leader di Forza Italia intervistato dal Corriere della Sera ricorda i primi giorni di ricovero al San Raffaele: "I momenti più duri, avevo dolori ovunque". Ancora oggi, confessa, "mi sento molto stanco, spossato". Sulle frasi ottimistiche del suo medico personale: "Ha espresso valutazioni destinate al dibattito scientifico, non ha pensato venissero riprese"
“Avevo dolore dovunque, non riuscivo a stare nella stessa posizione per più di un minuto. Temevo di non farcela“: Silvio Berlusconi ricorda così i primi giorni di ricovero all’ospedale San Raffaele, i “momenti più duri”, in cui l’ex premier ammette di aver avuto paura di morire: “Ho temuto per la mia vita”, ribadisce più volte nella sua intervista al Corriere della Sera. Il leader di Forza Italia è stato ricoverato la notte del 3 settembre dopo la sua positività al coronavirus: ancora oggi “mi sento molto stanco, spossato. Questa è la caratteristica del Covid”, spiega.
Al San Raffaele a curare Berlusconi è stato il suo medico personale Alberto Zangrillo, che già negli ultimi giorni aveva in parte ritratto le sue dichiarazioni ottimistiche sul virus, definito “clinicamente morto” ormai più di tre mesi fa. “Credo che su questo sia nato un equivoco. Il professor Zangrillo ha espresso da medico valutazioni destinate al dibattito scientifico“, risponde Berlusconi al Corriere. “Forse – aggiunge l’ex premier – essendo un clinico e non un politico ha sottovalutato il fatto che sarebbero state riprese, enfatizzate e sostanzialmente fraintese dai mass media”. “Il suo non era affatto un invito ad abbassare la guardia – sostiene ancora Berlusconi – del resto nel mio caso non ha certo sottovalutato sintomi apparentemente lievi che però nascondevano una situazione molto seria per la quale ml ha imposto un ricovero immediato in piena notte”.
Al contrario di Flavio Briatore, anche lui ricoverato al San Raffaele e convinto che “non bisogna alimentare le fobie”, i toni di Berlusconi sono diversi: “I momenti più duri – riferisce il leader di FI – sono stati i primi tre giorni in ospedale. Avevo dolore dovunque, non riuscivo a stare nella stessa posizione per più di un minuto. Temevo di non farcela. In quei momenti ho avuto chiare negli occhi le terribili immagini degli ospedali che tutti abbiamo visto in questi mesi, le terapie intensive, i pazienti intubati“. “Mi hanno detto successivamente che la carica virale trovata nel mio tampone era la più alta riscontrata al San Raffaele su migliaia di tamponi. Dunque il rischio è stato concreto e reale”, sostiene ancora Berlusconi.
E alla domanda su come stanno i suoi familiari risponde: “Si stanno riprendendo, grazie al cielo nessuno di loro ha accusato sintomi molto severi. Però mi creda, l’angoscia di sapere ammalati i miei figli e positivi anche i miei nipoti, che sono ancora dei bambini, è forse la cosa che mi ha fatto stare più male. Per questo mi sento vicino al dolore di tante famiglie che, come la mia, sono state provate da questo terribile morbo. Ancora di più mi sento vicino a chi ha perso una persona cara”, spiega Berlusconi. Che poi rivolge perfino un consiglio ai malati: “Non lasciatevi andare, non perdete mai la speranza di guarire”.
L’ex premier poi non si sottrae alle domande sulla politica e alle critiche al governo, accusato di non aver mai coinvolto le opposizioni “nella gestione di questi mesi difficili”. “Potremmo anche vincere dovunque”, dice Berlusconi sul voto nelle Regioni, aggiungendo che il successo “confermerà che la attuale maggioranza di governo non è la maggioranza del Paese”. Rispetto ai suoi alleati leghisti, però, Berlusconi ha un’altra posizione nella lotta Covid: “Tutti abbiamo il dovere di rispettare con il massimo rigore le regole per prevenire i contagi”, ricorda ancora l’ex premier.