Quando la polizia ha trovato il suo corpo senza vita, dietro la segnalazione di un vicino di casa, pesava 19 chili: per questo sono stati arrestati con l'accusa di omicidio il padre, Scott Schollenberger Jr, 42 anni, e la fidanzata Kimberly Maurer, 35 anni
Un ragazzino di 12 anni, Maxwell Schollenberger, è morto nella sua casa in Pennsylvania, negli Stati Uniti, dove i genitori per tutta la vita l’hanno tenuto segregato in una stanza, senza cibo. Quando la polizia ha trovato il suo corpo senza vita, dietro la segnalazione di un vicino di casa, pesava 19 chili: per questo sono stati arrestati con l’accusa di omicidio il padre, Scott Schollenberger Jr, 42 anni, e la fidanzata Kimberly Maurer, 35 anni. A dare la notizia è il New York Post: il 12enne sarebbe stato anche vittima di torture dal momento che la causa della morte è stata accertata essere un grave trauma cranico.
Maxwell Schollenberger ha trascorso tutta la sua vita rinchiuso in una stanza molto angusta, senza bagno, che è diventata la sua prigione: lì è morto nell’indifferenza più totale. Solo la segnalazione fatta alla polizia da un vicino di casa che si era insospettito dopo che, parlando con il padre, questo aveva fatto riferimento alla “morte del figlio” ha portato alla luce il caso. La coppia ha anche altri figli che, invece, venivano accuditi normalmente e vivevano ignari di quanto accadeva in casa loro: uno ha raccontato agli inquirenti che il padre gli aveva detto di ignorare il 12enne, gli altri non sapevano nemmeno della sua esistenza.
Non è ancora chiaro agli investigatori il motivo per cui i genitori abbiano deciso di discriminarlo e segregarlo. In casa, quando sono entrati i poliziotti, c’era cibo in abbondanza e la famiglia non aveva problemi economici. Il procuratore distrettuale della contea, Pier Hess Graf, ha detto ai media locali. “Questo piccolo ragazzo di 12 anni non ha mai conosciuto l’amore incondizionato di una famiglia. Max esisteva, non viveva. Esisteva in uno stato di sofferenza perpetua“.