Flavio Briatore torna a parlare dopo essere guarito dal coronavirus e lo fa, in un’intervista al Corriere, tornando all’attacco del governo sulle disposizioni in materia di Covid. Non rinnega le battaglie portate avanti nei mesi scorsi per la riapertura delle discoteche e meno restrizioni, specificando che non deve “chiedere scusa a nessuno”, ma che “è il governo a dover chiedere scusa”. Questo perché, sostiene, “il caso Sardegna è stato un attacco mediatico orchestrato politicamente e il Billionarie è stato strumentalizzato perché conosciuto in tutto il mondo. Il messaggio era che qui tutti avevano il virus e in Emilia zero. Solo le discoteche di destra avevano il coronavirus, quelle di sinistra no”.
L’imprenditore dice di stare bene, fare attività fisica e di aver ripreso la sua vita normale: “L’anno scorso, con la polmonite, ero stato molto peggio di adesso. Ora, a parte la prostatite per cui ero entrato in ospedale, ho avuto solo due giorni di febbre a 38. Ma so che non va a tutti così”. Il sostegno all’anestesista rianimatore Alberto Zangrillo, quando questo parlava di “virus clinicamente morto”, è ancora intatto: “Ho solo dato ragione al dottor Alberto Zangrillo quando diceva che il virus era clinicamente inesistente, non che non esistesse più in assoluto. Avevo detto che oggi i medici conoscono e trattano meglio il Covid. Poi, l’ho preso e ne ho avuto conferma. Non ho mai detto di non stare attenti, ma solo che non si può fermare il Paese”.
Il fatto che, però, la Sardegna sia stata considerata “il focolaio dei focolai” proprio non va giù a Briatore: “È stato un attacco a un governatore di destra, usando la Costa Smeralda dove vanno i ricchi e usando Briatore – continua – Invece, Solinas aveva un’isola Covid free, ha chiesto il test di negatività per chi entrava e non gliel’hanno concesso. L’isola ha avuto dieci milioni di turisti e 1.300 positivi e mediaticamente è apparsa come il focolaio dei focolai, ma il virus è arrivato quando sono sbarcati i ragazzi da Ibiza e dalla Grecia senza controlli”.
E si dice ancora contrario alla decisione dell’esecutivo di richiudere le discoteche: “Dico che se le discoteche non aprivano, dove andavano i ragazzi? Si sarebbero sfogati in spiaggia e nelle case con la distanza di un centimetro e mezzo”.