Quello più anziano in carica. La Corte costituzionale non ha fatto alcuno strappo alla tradizione. Chiamati a eleggere il loro presidente i giudici hanno scelto il collega che da più tempo siede alla Consulta: si tratta di Mario Morelli, 79 anni, che sino ad oggi ricopriva il ruolo di vice presidente. Il successore di Marta Cartabia però potrà restare in carica solo tre mesi. Il suo mandato scadrà a dicembre: fu eletto alla Consulta nel 2011 dai magistrati della Cassazione. Sarà anche per questo, per la scadenza ravvicinata dal mandato, se la Corte costituzionale si è divisa: Morelli ha ottenuto 9 voti. Cinque quelli andati a Giancarlo Coraggio, uno a Giuliano Amato.
Nel corso della conferenza stampa, il neopresidente ha chiarito quali sono i principi che lo hanno accompagnato nel corso della sua lunga carriera. E che costituiscono il faro del lavoro della Consulta. “C’è una classe di diritti che dobbiamo far rispettare che non nascono dall’alto ma sono richiesti dalla coscienza sociale“, ha spiegato, sottolineando che i diritti della persona non sono solo quelli elencati dalla Costituzione “ma tutti quelli che emergeranno dalla coscienza sociale con carattere di analogia ai diritti fondamentali”. Morelli si è espresso anche sul referendum per la riduzione dei parlamentari in calendario il 20 e 21 settembre prossimi. “Il taglio degli eletti è una riforma che incide sulla Costituzione in maniera relativa e va completata con provvedimenti che con sequenza diacronica devono seguire”.
Romano, 79 anni, sposato, con due figlie, il giudice è stato per venti anni assistente alla Corte costituzionale ed è ritenuto uno dei padri fondatori delle regole sul contenzioso delle Regioni. Esperto giuslavorista e in diritto della famiglia, in Cassazione è stato presidente della Terza sezione civile e direttore dell’Ufficio del Massimario. Nel 2008 la storica sentenza che mise fine alla vicenda di Eluana Englaro dando il via libera, nel rispetto della volontà della ragazza in coma vegetativo, al distacco del sondino che la alimentava.
Anche alla Consulta, di cui è vice presidente dal 2018, Morelli ha firmato importanti sentenze. Come quella che nel 2012 ha “salvato” la legge sull’aborto o quella di qualche anno dopo sul metodo Stamina.
E’ stato anche relatore della pronuncia sull’articolo 18 riformulato dal Job act e da ultimo della sentenza che ha segnalato l’insufficienza delle pensioni degli invalidi civili totali. Non è la prima volta di una presidenza breve alla Corte costituzionale. Anche Giuliano Vassalli e Giovanni Conso furono al vertice della Corte costituzionale solo tre mesi. E ancora meno tempo (48 giorni) rimase alla guida della Consulta Vincenzo Caianiello. In passato non sono mancate polemiche per i benefit di cui godevano i presidenti uscenti anche dopo un brevissimo mandato. Oggi sarebbero superflue: non è più prevista l’auto di servizio con autista e l’indennità aggiuntiva riconosciuta agli ex presidenti scatta solo se si è stati per almeno 10 mesi alla guida della Consulta nello stesso anno solare.