Dopo la decisione francese – di ridurre la quarantena da 14 a 7 giorni – anche l’Italia ha valutato questa possibilità, ma al momento “la linea è quella prudenziale del mantenimento dei 14 giorni“. Lo conferma Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, all’indomani dell’incontro del Comitato tecnico scientifico su questo tema.
Il Comitato tecnico scientifico aveva consultato l’Organizzazione mondiale della Sanità per capire la fattibilità dell’ipotesi e ne hanno discusso ieri in una riunione durata oltre quattro ore. La discussione, spiega Ricciardi a SkyTg24, è stata avviata sulla base di due documenti internazionali. Il primo è quello elaborato Francia, che ha dimezzato il periodo di isolamento “in una maniera che ci ha lasciato estremamente perplessi” perché, aggiunge “in questo modo si perde una quantità enorme di soggetti infetti”. Il secondo caso esaminato è quello della Germania, che ha proposto di abbassarla a 10 giorni. “Siamo rimasti d’accordo di valutare queste ipotesi – dice Ricciardi – anche se permane sia da parte dell’Oms che dell’Ecdc l’indicazione a 14 giorni. Entrambe queste istituzioni ci dicono che, se si abbassa la durata si arriva a perdere il 10%” dei casi, “e in una situazione come quella francese, questo significa che si perdono 1000 casi al giorno“.
“Al momento la linea è questa – conclude il docente – ma abbiamo anche detto che è importante che queste decisioni vengano prese con un coordinamento internazionale. Queste misure non possono essere prese dai singoli Paesi”.
Sul tema è intervenuto Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’università di Padova, in un’intervista a La Stampa: “Con più tamponi la quarantena potrebbe essere ridotta – ha detto, commentando la proposta – È molto rischioso, ma con questa ulteriore verifica potrei essere d’accordo. Il problema però è sempre la mancanza di tamponi – osserva – immaginiamo cosa potrebbe succedere in una fase di aumento del contagio con tante persone quarantenate in attesa di altrettante verifiche”.