Per la Procura di Reggio Calabria è un “atto dovuto” prima di capire di chi è la responsabilità dell’incidente avvenuto il 30 luglio scorso, quando in città è crollato il tetto dell’auditorium “Nicola Calipari” di Palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale. Dopo aver acquisito tutta la documentazione sull’opera, costruita nel 2005 e più volte sottoposta a lavori, dal sesto piano del Cedir sono partiti gli avvisi di garanzia notificati in queste ore dalla squadra mobile. Sono 30 complessivamente le persone iscritte nel registro degli indagati tra ex segretari generali del Consiglio regionale, dirigenti e dipendenti dell’ufficio tecnico. Ma anche i titolari e responsabili delle imprese che, in un modo o nell’altro, negli ultimi quindici anni hanno avuto a che fare con i lavori di costruzione o altri tipi di interventi nella sala “Calipari”, crollata e posta sotto sequestro.
Tra gli indagati, infatti, ci sono i due ex segretari generali di Palazzo Campanella, Giulio Carpentieri e Maurizio Priolo, e l’ex presidente della Camera di Commercio di Vibo Valentia, Michelino Roberto Lico. Quest’ultimo dovrebbe essere indagato nella sua qualità di imprenditore. Al momento, il procuratore Giovanni Bombardieri, l’aggiunto Gerardo Dominijanni e il pm Andrea Sodani contestano a tutti l’accusa di “crollo di costruzioni o altri disastri dolosi”. L’ipotesi è quella di reato “colposo” per il quale sono indagati pure Paolo Battaglia, Giovanbattista Battaglia, Giuseppe Gumina, Giovandomenico Caridi, Giovanni Pietro Mortellaro, Raffaele Campisi, Stefania Vitale, Domenico Davoli, Cristiano Minico, Salvatore Laganà, Alberto De Flammineis, Dante Mazzitelli, Francesco Messineo, Luciano Romanelli, Daniele Naso, Domenico Naso, Ferdinando Ferraro, Pierluigi Mancuso, Rosaria Zoccali, Paolo Morabito, Ubaldo Multari, Antonino Di Benedetto, Antonio Palombo, Vincenzo Romeo, Pietro Tarsia, Antonio Pisanelli ed Emanuele Fiorino.
Il 22 settembre, la Procura della Repubblica conferirà l’incarico al suo consulente tecnico che dovrà eseguire alcuni accertamenti irripetibili sulle macerie dell’edificio. La perizia consentirà agli inquirenti di avere un’idea più chiara sul motivo per cui è crollato il tetto della sala. Il perito del pm, infatti, dovrà verificare l’idoneità dello stabile, rispetto al progetto originario, ed eventuali modifiche che sono state apportate durante la fase esecutiva. Al vaglio degli investigatori, infine, c’è pure l’installazione di pannelli solari, avvenuta qualche anno fa, sul tetto dell’edificio. L’incidente del 30 luglio si sarebbe potuto trasformare in una tragedia se il crollo fosse avvenuto durante una delle tante manifestazioni organizzate nei locali dell’auditorium.