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Ridotta in appello la condanna per Tarantini a due anni e 10 mesi. L’imprenditore reclutava le escort per le cene a casa di Silvio Berlusconi

I giudici hanno dichiarato la prescrizione di 14 delle 24 episodi contestati a Tarantini, confermando la responsabilità penale per dieci episodi di reclutamento e favoreggiamento della prostituzione, e hanno riconosciuto le circostanze attenuanti generiche
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Sono passati più di dieci anni da quando l’imprenditore Giampaolo Tarantini reclutava escort di lusso da portare alle cene a casa di Silvio Berlusconi, allora presidente del Consiglio. Per quelle serate a base di sesso, risalenti al 2008 e al 2009, Tarantini è stato condannato in primo grado nel 2015 a sette anni e dieci mesi di reclusione. Oggi ha ottenuto dalla Corte d’Appello a Bari uno sconto di pena, ridotta a due anni e dieci mesi e 1.500 euro di multa.

I giudici hanno dichiarato la prescrizione di 14 dei 24 episodi contestati a Tarantini, confermando la responsabilità penale per dieci episodi di reclutamento e favoreggiamento della prostituzione. Ma, soprattutto, hanno riconosciuto le circostanze attenuanti generiche, escluse dal tribunale nella sentenza di primo grado, equivalenti alla contestata aggravante delle più donne reclutate.

L’avvocato di Tarantini, Nicola Quaranta, ha annunciato comunque l’intenzione di sostenere con il ricorso in Cassazione, per insistere sulle “questioni di insussistenza di danni derivanti dalle condotte contestate, fondamentale per riconoscere l’insussistenza del reato”. Gli stessi giudici, già in primo grado, avevano rigettato le richieste di risarcimenti alle parti civili, alcune delle escort portate da Tarantini a Palazzo Grazioli e Arcore, ritenendo che quelle donne non avessero subito alcun danno, scegliendo autonomamente di prostituirsi. Secondo Quaranta, la Corte ha adeguato la pena alla effettiva gravità dei fatti per i quali Tarantini è stato riconosciuto colpevole, e che il tribunale aveva sanzionato in maniera eccessiva.

Oltre all’imprenditore barese, nel processo erano imputate altre tre persone. La Corte ha confermato la condanna a 1 anno e 4 mesi di reclusione nei confronti di Sabina Began, “l’ape regina” dei party berlusconiani. I giudici hanno inoltre dichiarato il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione dei reati nei confronti dell’amico di Tarantino, Massimiliano Verdoscia. Hanno assolto il pr milanese Peter Faraone dall’accusa di aver reclutato Barbara Guerra “perché il fatto non sussiste” e hanno dichiarato la prescrizione degli altri reati a lui contestati. Le motivazioni delle sentenze si conosceranno tra 90 giorni.

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