Walter Veltroni voterà no al referendum sul taglio dei parlamentari di domenica 20 e lunedì 21. La stessa scelta annunciata, sostanzialmente in contemporanea, dall’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso. Il fondatore del Partito Democratico, uno degli ultimi big dem che ancora non aveva preso posizione, ha annunciato la sua contrarietà spiegando: “Io penso che non si possa fare un taglio dei parlamentari senza una riforma complessiva”. Bertolaso, ospite della trasmissione Stasera Italia su Rete 4, ha invece detto di essere “vecchio stile” e di rifarsi alla Costituzione “attuale”: “Penso che sia sbagliato modificarla nei termini in cui hanno pensato di farlo”, da qui il no al referendum.
“Se si tocca il Parlamento, bisogna farlo – ha detto Veltroni – tenendo conto degli equilibri necessari. Il vero problema è il bicameralismo perfetto. Per questo voterò no”. Veltroni, ricordando che il Pd “per tre volte ha votato no a questa riforma”, ha aggiunto: “Se quello di domenica fosse un voto sul governo, voterei a favore perché non vedo alternative e penso che abbia fatto quello che doveva fare, e non era facile”.
Ma il referendum “è un’altra storia”, ha specificato ospite di Otto e mezzo su La7. “Mi auguro – ha quindi sottolineato confermando il giudizio positivo sul governo Conte – che vincano i candidati di sinistra nelle regioni e mi dispiace che in alcune regioni non ci siano candidati comuni della coalizione di governo”.
Veltroni non è la prima figura influente del Partito Democratico a schierarsi per il no. La stessa posizione è stata presa da Romano Prodi, che al Messaggero aveva spiegato di aver scelto il voto negativo sulla riforma pur ammettendo che “i parlamentari sono troppi”. Lo scorso 7 settembre, invece, la direzione nazionale ha votato la mozione a favore del taglio, schierando il partito nell’indicazione per il sì al taglio che ridurrebbe i 630 deputati a 400 e i senatori da 315 a 200.