Durante un'intervista a Skytg24 il ministro ha anche chiarito la vicenda degli iscritti al test di Medicina in quarantena che hanno dovuto saltare l'esame: non è prevista una prova suppletiva per non creare disparità con altri iscritti in malattia o infortunati
Insieme alla ripartenza delle scuole, anche le università riprendono le lezioni in presenza: alcuni atenei hanno già iniziato, la maggior parte riprende lunedì prossimo. Le modalità sono state tracciate dal ministro Gaetano Manfredi: “C’è un modello misto, che prevede una occupazione delle aule al 50% – ha detto intervistato da SkyTg24 – e in contemporanea la didattica a distanza per raggiungere i fuorisede e gli stranieri ma anche coloro che non sono in grado di seguire le lezioni per vari motivi”. Nel corso dell’intervista il ministro ha anche commentato la riapertura delle discoteche (quando aule e biblioteche erano ancora chiuse) e ha chiarito la questione degli iscritti al concorso di Medicina che non hanno potuto sostenere il test per via della quarantena.
Esami e mascherine: il nuovo anno accademico – Per le lezioni in presenza, spiega Manfredi, si è cercato di privilegiare le matricole “che hanno bisogno di una guida più robusta” essendo la prima volta che entrano in un’aula universitaria. Obbligatoria la mascherina: “Abbiamo imposto l’uso anche durante le lezioni: è un fastidio ma i numeri nelle aule sono importanti“. Ma, ricorda, tutte le aule sono state “cablate per garantire un servizio di qualità”. Il ministro ha anche spiegato che in caso di sospetto contagio si attiva il protocollo che prevede tamponi e tracciamento contatti. “Abbiamo la responsabilità della sicurezza di coloro che entrano nelle aule universitarie – ha aggiunto – Dall’inizio di settembre si stanno svolgendo gli esami in presenza, ma molti studenti stanno chiedendo di poterli svolgere a distanza. Le Università hanno aperto le aule studio e le biblioteche, tutto quello che si può fare per garantire la continuità didattica è stato fatto”.
“Nessun calo iscrizioni” – Il ministro ha poi spiegato che non c’è stato alcun calo degli iscritti, come si temeva: “L’intervento dello Stato – quasi la metà degli studenti non paga tasse o paga un minimo – ha fatto sì che la riduzione delle immatricolazioni e degli iscritti non ci sia stata“. Anche se il dato consolidato si avrà in ottobre, aggiunge, “è un motivo di soddisfazione, è il modo migliore per avere speranza e guardare al futuro”.
“Le Regioni hanno scelto di aprire le discoteche in estate ma il risultato non è stato all’altezza e testimonia che la guardia non va abbassata”, ha detto il ministro dell’Università commentando la polemica nata dopo i molti focolai legati alla vita notturna. In estate moltissimi studenti avevano denunciato il paradosso: aule studio chiuse, lezioni online ma locali aperti.
Caso test di Medicina – Rispondendo alle domande della conduttrice, il ministro ha anche chiarito la vicenda degli iscritti al test di Medicina in quarantena, che hanno dovuto necessariamente saltare la prova. “In base alle segnalazioni possiamo limitare questi casi a poche decine, circa quaranta. Non è prevista una prova suppletiva per questi studenti”. Spiega che creerebbe una discriminazione nel caso di altri studenti iscritti a concorsi o test, che hanno perso la prova per via di una malattia o un infortunio, o un ricovero in ospedale.