I fatti risalgono all'estate del 2012, quando il gruppo si trovava in vacanza su uno yacht al largo dell'isola di Ponza. Quella che era una giornata al mare come tante altre fu turbata dalla scoperta che due paparazzi, appostati per rubare alcuni scatti delle due coppie, avevano immortalato anche Belen mentre, sporgendosi dallo yacht, si calava gli slip per urinare in mare
La pipì di Belen Rodriguez va tutelata per privacy. Anche se per far valere questo diritto ha commesso un atto di violenza come la rapina. Si possono sintetizzare così le motivazioni che hanno spinto il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Latina, Giuseppe Molfese, ad archiviare le accuse mosse contro la showgirl argentina, l’ex marito Stefano De Martino e Jorge Sebastian Perez Blanco, all’epoca fidanzato di Cecilia Rodriguez, sorella di Belen.
I fatti risalgono all’estate del 2012, quando il gruppo si trovava in vacanza su uno yacht al largo dell’isola di Ponza. Quella che era una giornata al mare come tante altre fu turbata dalla scoperta che due paparazzi, appostati per rubare alcuni scatti delle due coppie, avevano immortalato anche Belen mentre, sporgendosi dallo yacht, si calava gli slip per urinare in mare. Foto che sarebbero valse migliaia di euro ai fotografi, ma che avrebbero leso la reputazione della conduttrice di Tu si que vales.
Belen, Stefano e Perez Blanco raggiunsero i due paparazzi, salirono a bordo della loro imbarcazione e chiesero la cancellazione delle fotografia incriminate. Nacque una discussione e poi una colluttazione, culminata con la sottrazione delle macchine fotografiche e la restituzione delle stesse una volta approdati al porto, ma solo dopo aver distrutto però le foto contenute nelle schede digitali. La vicenda era culminata con le denunce dei fotografi contro i tre per rapina (esercizio arbitrario delle proprie ragione) e l’avvio di un procedimento penale a carico di Belen, De Martino e Perez Blanco. Il processo, in corso da ormai otto anni, aveva subito diversi rinvii a giudizio fino ad oggi, con l’arrivo della decisione di archiviare il procedimento, accogliendo la richiesta di archiviazione avanzata dal pm Carlo Lasperanza.
“Legittima sottrazione di scatti qualora l’esposizione o la messa in commercio rechi pregiudizio alla reputazione o anche al decoro della persona ritrattata“, ha stabilito il giudice per le indagini preliminari di Latina, Giuseppe Molfese, archiviando il caso. La scena rientra nel diritto alla privacy e per tanto va tutelata con tanto di assoluzione dei tre indagati: “Non v’è dubbio – riporta Il Centro citando alcuni atti del processo – che gli scatti che ci interessano, avendo sorpreso Maria Belen Rodiguez nell’atto di urinare, rientrino in detta tutela. Ciò vale anche tenuto conto della notorietà del personaggio la cui diffusione delle immagini di regola è senz’altro consentita senza bisogno di consenso ma solo se non le rechi pregiudizio alla reputazione e al decoro”.