Fronde di consiglieri comunali che lamentano l’assenza di dialogo. Attivisti che parlando di pagine Facebook “hackerate” e “ripulite” dalle contestazioni. Consiglieri ribelli rimossi dalle chat. Municipi in rivolta. Facilitatori e probiviri in azione. Il Movimento 5 Stelle a Roma è una polveriera. E la ricandidatura definita “unilaterale” di Virginia Raggi c’entra, ma fino a un certo punto. Un problema per la sindaca, che in vista delle amministrative di giugno dovrà assoldare oltre 400 candidati per le sue liste. Oltre, ovviamente, a garantire alcune delibere di “completamento” del lavoro fatto fin qui, fra cui – la più importante – l’approvazione della convenzione urbanistica per la realizzazione dello stadio dell’As Roma.
La fronda degli ex fedelissimi in Assemblea capitolina – Il campanello d’allarme suona, definitivo, lunedì. Sulle pagine Facebook di Enrico Stefano, Donatella Iorio, Angelo Sturni, Marco Terranova e Alessandra Agnello appare un post, identico, dove si dice che “nelle ultime settimane il dibattito politico cittadino sta scadendo sempre di più” e che “vuoti slogan che lanciano soluzioni semplicistiche per problematiche complesse” si sono sostituiti alla “costruzione di un progetto serio che si fondi su proposte concrete, portato avanti da una squadra di persone, dotate di capacità e visione”. Soprattutto, “si rende necessario dunque un salto di qualità come M5s, da realizzare con il coinvolgimento di tutte le persone volenterose e capaci, animate dal nostro stesso spirito di rinnovamento”. Parole che non tengono in considerazione il fatto che, attualmente, Virginia Raggi sia la candidata del M5s a sindaco di Roma. Dopo il post, scende il silenzio. Terranova, in uno dei commenti, chiarisce: “Non si parla di come rilanciare la progettualità del Movimento, tutto ridotto ad un elenco sponsorizzato di interventi di ordinaria amministrazione. Ci siamo persi e siamo diventati la comunità dei simboli e delle personificazioni”; e ancora: “Ho visto commenti entusiasti sul filmato di Taverna e Cancelleri che cantano in auto, tutto legittimo, se non pubblichi il post sul tuo profilo da vicepresidente del Senato”.
Il Campidoglio regge, ma con quali numeri? – Per capire la portata di questa presa di posizione, vanno uniti alcuni puntini. Per prima cosa, l’intervista di Stefano a Repubblica in cui si parla di “troppi errori” e di “Raggi a rischio sconfitta”; quindi la candidatura di Angelo Sturni alle ipotetiche comunarie. Poi il ruolo di Terranova, Agnello e Iorio, che pochi giorni prima si erano dimessi da presidenti delle rispettive commissioni e che per 4 anni erano sempre stati indicati come “fedelissimi” e in qualche caso “amici personali” della prima cittadina. Un correntone di scontenti, cui si aggiungono tre consiglieri che da tempo si stanno muovendo in maniera indipendente: Marcello De Vito, presidente dell’Assemblea Capitolina, che sta dando vita al suo ‘Crea Movimento’; Simona Ficcardi, separata in casa dopo la delibera che individua la nuova discarica di Roma nella zona di Monte Carnevale; Gemma Guerrini, che da tempo si muove in maniera indipendente e, a volte, critica con la giunta. Esclusi loro, restano 19 i consiglieri in sella alla maggioranza, sui 25 necessari. Al pranzo-ritiro di Ostia Antica con la sindaca, sabato scorso, se ne sono presentati solo in 13.
Caos al Municipio VII: “Pressioni dai probiviri” – I mal di pancia di Palazzo Senatorio sono solo la punta dell’iceberg. Basta guardare ai municipi. Al VII Tuscolano, la minisindaca Monica Lozzi, è uscita dal movimento e ha annunciato che si candiderà a sindaca con una lista civica sostenuta da ItalExit di Gianluigi Paragone. I consiglieri pentastellati hanno deciso di sostenerla fino alla fine del mandato. Cosa che, secondo il loro racconto, avrebbe scatenato la “rappresaglia” dei vertici. In un documento di tre pagine, il consigliere Roy Andrea Guido ha raccontato – tra le varie cose – di un incontro fra i facilitatori nazionali pentastellati e gli attivisti “alle spalle degli eletti”, teso a far cadere e commissariare il municipio. Poi, di come la “comunicazione nazionale” abbia “requisito, in ore notturne, la pagina Facebook del gruppo 5 Stelle del Municipio VII, azione cui è seguita la “censura e cancellazione dei post “politici”, ovvero quelli nei quali il gruppo municipale comunicava la decisione di proseguire la consiliatura fino a fine mandato a sostegno del programma elettorale 5 Stelle”.
Municipio I: “Stop a campagna referendum e comunali” – Stesso clima nel Municipio Centro Storico, dove il M5s è minoranza e con scarse velleità di crescita. Il 3 settembre, tuttavia, sulla pagina M5S Roma1 appare questa breve nota: “Il gruppo M5s I Municipio Centro Storico di Roma comunica che da oggi sospende ogni attività ed iniziativa relativamente alla prossima campagna referendaria sul taglio dei parlamentari”. Apriti cielo. Marcello De Vito condivide il comunicato, così come la sua collega Gemma Guerrini. Ma sull’account succede qualcosa. Il post va e viene. Alle 23.15 l’ultima apparizione, presente tuttora: “Questa è la quarta volta che riproponiamo il nostro post. Come già annunciato non ci arrenderemo alla censura”.
Fonti vicine alla sindaca: “Tutto sotto controllo” – Virginia Raggi evita accuratamente le domande sull’argomento. Non vuole far “scadere” il dibattito in questioni locali. E fra eletti ed esponenti dello staff – tutti rigorosamente in anonimo – si fa a gara a sminuire la vicenda. “I consiglieri? Poco considerati, fanno un po’ le bizze purtroppo le persone quando non le coccoli si offendono”, dice un consigliere. Un altro aggiunge: “Il M5s è questo qui: siamo cittadini al potere, nel bene e nel male. Poltrone? Non siamo come il Pd, queste sono beghe da comitiva di quartiere”. Sarà, ma il malcontento inizia a diffondersi. Oltre ai quattro municipi già persi durante la legislatura (VIII Garbatella, III Salario, XI Portuense e, poche settimane fa, IV Tiburtino) e il caos in VII, c’è bagarre anche in XII, dove il Consiglio ha votato un atto contrario alla discarica di Monte Carnevale, con l’assenza strategica della minisindaca. Voto di opinione a parte, alla prossima tornata il M5s romano da dove prenderà i suoi consensi?