“Quando Sánchez ha segnato il gol su rigore, è stato come se il Monumental fosse caduto e la storia si fosse abbattuta su di me. Ho urlato così tanto per quel gol che a un certo punto è stato come se avessi perso conoscenza per un attimo. Sono stati cinque secondi. Poi è passato tutto ed è anche arrivato il terzo gol di Funes Mori, abbiamo festeggiato sotto la pioggia, delirio totale”.
Era il 5 agosto del 2015 e il River, una delle squadri più forti dell’Argentina, vinceva la Copa Libertadores, la Champions League sudamericana. Allo stadio c’erano 70mila tifosi accorsi a sostenere la loro squadra e, tra loro, c’era anche Matias Bocconi, argentino di origini italiane, che nel podcast “La Pagina Milionaria” ha raccontato come quella partita gli abbia salvato la vita.
All’epoca aveva 39 anni e dopo quell’urlo di esultanza iniziò a stare male. Dopo un mese con la tosse che non accennava a passare, decise di fare dei controlli medici: così scoprì di avere un tumore maligno. Fortunatamente però, il cancro era ancora in uno stadio iniziale e, essendosene accorto per tempo, è riuscito a sconfiggerlo con la chemioterapia. “Se non fosse stato per quei gol, il male sarebbe progredito silenziosamente e oggi non sarei qui a qui a raccontarvi questa storia incredibile. I medici mi hanno detto che in breve tempo il male si sarebbe esteso ad altri organi e sarebbe stato troppo tardi. La mia squadra mi ha salvato la vita”.