Ha vinto “Amici di Maria De Filippi” nel 2010, è tornata come coach nel 2013, ruolo che poi ha ricoperto di nuovo dal 2015 al 2017, infine è stata giudice nel 2018. Emma Marrone il linguaggio del talent lo conosce molto bene ed è per questo che – dopo un lungo corteggiamento anche negli anni scorsi – la produzione di “X Factor” ha posato gli occhi su di lei. Così Emma è una delle due novità della giuria di quest’anno del talent targato Sky Uno, giunto alla quattordicesima edizione, assieme al collega Hell Raton. “Sono stata dall’altra parte molto spesso – ha spiegato Emma – questo mi fa capire coraggio delle persone di mettersi in gioco quando compaiono davanti a noi. Cerco di essere sincera in tutto e dico quello che penso senza farmi influenzare dai miei colleghi, perché può succedere anche questo quando hai persone intorno a te che stimi.”.
Ma ci sono differenze rispetto al tuo impegno ad “Amici”?
No perché ‘X Factor’ ed ‘Amici’ sono due talent che credono molto nei giovani. Sono io che sono diversa, sono cambiata. Un po’ come quando vivi con i tuoi genitori, diventi grande e ti lasciano andare per provare nuove strade. Lo stesso è successo a me. ‘Amici’ è e resterà sempre la mia famiglia e il mio porto sicuro, so che mi amano e mi hanno visto nascere. A ‘X Factor’ allo stesso modo mi proteggono e mi coccolano.
In che senso sei “cresciuta, diversa, senza paura”?
È sintomatico di quello che sto vivendo, non devo forzarmi ed è quasi naturale cimentarmi in qualcosa di nuovo. Oggi posso raccontare qualcosa di nuovo su me stessa e lo faccio con una serenità che ho raggiunto ultimamente. Non mi spaventano più le critiche di alcun tipo.
C’è una nuova Emma che verrà fuori dallo show?
Sembro stronza, ma poi sono una tenerona. Non tutti sono abituati all’onestà perché, a volte, spaventa senza filtri.
La più grande sfida dei talent è quella di dare un futuro a chi vince, quali sono le prospettive?
Vincere un talent è solo un punto di partenza. Il percorso rende l’artista stabile. Ammetto che non è facile in questo momento per nessuno anche perché le cose stanno cambiando velocemente, questo rischia di far male agli artisti giovani, creando spaesamento. Comunque è importante che i ragazzi sano seguiti da persone che sanno fare questo lavoro e che ti lascino libero di esprimerti al massimo, in un mondo pieno di artisti omologati.
Nella prima puntata si affronta il tema dell’identità di genere con un concorrente. Hai parlato “di una battaglia e del bisogno di metterci la faccia”, quanta strada c’è da fare?
Purtroppo tantissima e mi spiace dirlo perché ancora prima di uscire dal Covid dobbiamo uscire dal Medioevo dove siamo sprofondati. Viviamo in un momento complicato e bisogna sostenerle queste persone. Ormai si nascondono tutti, c’è gente in giro che ha paura. Io sono dalla loro parte esprimendo anche un mio punto di vista e mettendoci la faccia. Esponendo la propria opinione è ovvio che c’è il rischio che si perda una fetta di pubblico. Forse è anche per questo che diversi artisti non si espongono in Italia. Invece è importante sostenere questi ragazzi e queste ragazze che vivono nella paura.
Si parla molto di questi temi purtroppo legati alla cronaca, se si pensa a Maria Paola punita perché amava un uomo trans, cosa scatena questo odio?
Parliamo di violenza e omotransfobia. In questo caso un fratello ha ucciso la sorella per il suo amore. L’ignoranza scatena l’odio, tutti dobbiamo sentirci colpevoli e tutti dobbiamo stare attenti a come esponiamo i concetti. Dai politici ai giornalisti stessi che hanno fatto confusione tra transgender e omosessualità. Tutti dobbiamo fare, agire in qualsiasi forma per un cambiamento necessario.
Lo stesso vale per Willy massacrato di botte dai fratelli Bianchi, la violenza è ancora un linguaggio della nostra società?
Stiamo vivendo in una subcultura fatta di ignoranza in cui respingiamo il diverso e lo ammazziamo pure di botte. Come ho anche scritto su Instagram questa è la tragedia di un’Italia che sta soccombendo ad un livello culturale assurdo dove la gente si sente legittimata pure ad uccidere. Non dobbiamo mollare, lo ripeto, dobbiamo cambiare tutti.