È stato incastrato dalle telecamere Andrea Renda, il giovane di 32 anni arrestato dai carabinieri per l’omicidio di Aneliya Dimova, la signora bulgara di 55 anni uccisa nella notte tra il 29 e il 30 agosto nella sua abitazione a Belvedere Marittima, in provincia di Cosenza.
Per gli inquirenti si è trattato di “una rapina di scarso valore degenerata in un episodio estremamente grave”. Con queste parole il comandante provinciale dei carabinieri di Cosenza, Pietro Sutera, ha descritto l’omicidio per il quale la Procura di Paola, guidata da Pierpaolo Bruni, ha emesso un decreto di fermo nei confronti di Andrea Renda.
Le indagini erano iniziate quando, in seguito alle segnalazioni degli amici che non riuscivano a mettersi in contatto con la vittima, Aneliya Dimova è stata trovata sul suo letto con il cranio fracassato e un lenzuolo sulla testa fermato con del nastro isolante.
La donna era inserita benissimo nel tessuto sociale di Belvedere Marittimo e non aveva alcun rapporto di amicizia o conoscenza con il presunto assassino. Aveva trascorso la sera prima di morire con un gruppo di amici. Poche ore dopo, la tragedia. “Ci siamo ritrovati di fronte ad una scena cruenta, dai contorni efferati – è il commento del colonnello Sutera – Il sopralluogo fatto dai carabinieri con il supporto dei Ris di Messina è stato fondamentale per raccogliere una serie di indizi probatori che ci hanno consentito di identificare la vittima”.
Per la ricostruzione degli investigatori sono state fondamentali le telecamere di sorveglianza urbane. L’autopsia ha certificato la morte intorno alle 2 di notte. I filmati immortalano Andrea Renda, incensurato, entrare nella casa di Aneliya alle 2:07 e uscire alle 2,40.
Trentatré minuti durante i quali, secondo i pm, Renda ha inferto i colpi mortali al cranio della vittima utilizzando un corpo contundente che, secondo il comandante del Norm Raffaele Giovinazzo, potrebbe essere stato “presumibilmente una bottiglia di whisky”. Dopo l’omicidio, l’arrestato avrebbe rubato alcuni oggetti di valore: la fede della donna, alcuni monili, il cellulare e una borsetta.
Refurtiva che, in parte, lo stesso Renda avrebbe cercato di vendere a un “compro oro” di Belvedere. Il tutto immortalato dalle immagini delle telecamere del negozio in cui l’indagato si era recato per le operazioni di compravendita.
Gli oggetti rubati sono stati poi sequestrati dai carabinieri così come i monili venduti in un altro negozio di Diamante. L’esame biologico eseguito sugli stessi ha confermato che erano di proprietà della vittima.
Escluso che Renda possa essere stato solo il ricettatore, stamattina è scattato il provvedimento di fermo. I carabinieri hanno sequestrato l’auto dell’indagato nel tentativo di recuperare altri indizi utili alle indagini. Il giovane finito in manette, inoltre, è stato sottoposto al prelievo coattivo delle tracce biologiche che verranno raffrontate dal Ris con quelle repertate sulla scena del crimine.
Prima di essere accompagnato in carcere, Andrea Renda è stato sottoposto a interrogatorio. Ma si è avvalso della facoltà di non rispondere.