L’epidemia di Covid-19 ci ha già fatto dei notevoli danni, ma per certe cose stiamo riuscendo anche a peggiorare con provvedimenti legislativi sbagliati. Mi riferisco alla questione del “doppio tampone.” Come probabilmente sapete, se vi fate un tampone per il virus e risultate positivi, dovete fare 14 giorni di quarantena anche se siete asintomatici.

Su questo, direi che non c’è niente da obiettare, è una questione di prudenza. Il problema è che per uscire dalla quarantena, secondo le regolazioni attuali ci vogliono due tamponi negativi consecutivi.

Questa regola è il risultato di un criterio che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) aveva inizialmente raccomandato. Ma la Oms stessa lo ha poi abbandonato dopo che è diventato chiaro che il test può sempre rivelare tracce di materiale genetico di un virus che ormai non c’è più in forma infettiva.

Nelle sue linee guida, la Oms oggi dice che un paziente non è più contagioso “10 giorni dopo la comparsa dei sintomi, più 3 giorni addizionali senza sintomi. Per i casi asintomatici, 10 giorni dopo un test positivo al Sars-Cov-2.” Di conseguenza, la regola del doppio tampone è stata abbandonata quasi ovunque, con l’Italia una delle pochissime eccezioni a mantenerla.

Il problema del doppio tampone è stato notato recentemente dal gruppo di scienziati fondato dal prof. Guido Silvestri col nome di “Pillole di Ottimismo” (Pdo). E’ un gruppo impegnato nella diffusione di notizie e approfondimenti scientifici sull’epidemia del coronavirus. I membri del Pdo hanno pubblicato un appello chiedendo di abbandonare il doppio tampone, facendo notare che:

1. Mantenere in isolamento forzato un paziente che con ogni probabilità non è più contagioso fa dei danni al paziente stesso senza nessuna utilità per la collettività.

2. Non ci possiamo permettere di tenere in uno stato di immobilità forzata persone di cui il nostro paese ha bisogno per far marciare l’economia.

3. (Forse la più importante): la paura di essere forzati a mesi di inattività scoraggia le persone dal segnalare i propri sintomi e sottoporsi ai test, incluso l’uso dell’app di tracciamento.

Senza contare anche il fatto che la regola del doppio tampone costringe a fare un gran numero di test in una condizione di risorse limitate che richiederebbero di concentrare gli sforzi dove sono veramente necessari.

Insomma, pur senza dubitare che il doppio test sia stato introdotto con le migliori intenzioni, sta facendo più danni che producendo benefici. E’ il risultato di un atteggiamento nei riguardi del Covid-19 basato su dati e regole obsolete.

Come ha fatto notare più volte il prof Silvestri, questa epidemia va gestita in una prospettiva di costi e benefici. Silvestri usa l’allegoria della “barca fra i due scogli”, dove i due scogli sono uno l’epidemia, l’altro le conseguenze del lockdown e le varie misure di contenimento, spesso dannose per la salute e non solo per l’economia.

Quindi, alla luce delle ultime evidenze scientifiche, sarebbe tempo di aggiornare certe cose e prendere un atteggiamento più realistico riguardo alla gestione di questa epidemia.

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