Nato a Carrara, è il primo nato nel 2002 a vincere una partita in un torneo Atp. Nella Capitale ha battuto Wawrinka e Nishikori, arrivando agli ottavi. La sua arte sta nella varietà dei colpi e nel gioco a tutto campo: è un giocatore diverso rispetto al resto del panorama azzurro. L'Italia, che ha già Sinner e Berrettini, spera di aver trovato un altro giovane fenomeno
Prima Stan Wawrinka (con tanto di 6-0 nel set d’apertura), poi Kei Nishikori. Al netto della condizione fisica, nomi che potrebbero intimorire qualsiasi esordiente. Sopratutto se ha 18 anni e disputa per la prima volta un torneo Masters 1000. Per giunta a Roma e dopo le fatiche dei turni di qualificazione. Eppure Lorenzo Musetti ha vinto. Ha messo in fila, rispettivamente, un tre volte vincitore e un finalista Slam in mezzo a un Centrale che l’emergenza coronavirus ha reso vuoto e silenzioso. È il primo classe 2002 ad aver vinto una partita in un torneo Atp.
Agli ottavi sono arrivati altri tre giocatori azzurri in questi Internazionali d’Italia (Sinner e Travaglia eliminati, Berrettini ai quarti). Non accadeva dal 1979. Ma è Musetti la vera novità. In entrambi i match giocati il giovane italiano ha messo in evidenza tutto il suo talento e la sua personalità, prima di cedere al tedesco Koepfer 6-4 6-0. Volée stoppate, diritti in allungo e palle smorzate. Musetti è un giocatore diverso rispetto a quelli che siamo abituati a vedere nel circuito, ma soprattutto nel panorama azzurro. La sua arte sta nella varietà dei colpi e nel gioco a tutto campo. Merce rara per un giocatore così giovane. Un repertorio completo che fa da contorno al colpo più efficace e bello. Quel rovescio a una mano che Musetti ha “rubato” al suo idolo, Roger Federer. “Sono cresciuto con la rivalità tra lui e Nadal” ha dichiarato. “La mia finale dei sogni? Contro Roger a Wimbledon“.
Nato a Carrara il 3 marzo 2002, scoperto da Filippo Volandri e allenato da Simone Tartarini, Musetti è cresciuto nell’ambito dei programmi federali, allenandosi al Centro Tecnico di Tirrenia. Nella sua formazione c’è anche lo zampino di Patrick Mouratoglu. L’allenatore di Serena Williams, da grande intenditore del gioco, ha notato le grandi potenziali di Musetti. Non è un caso se, di tanto in tanto, lo ospita nella sua accademia per qualche settimana di allenamento. È passato rapidamente dalle palline contro lo scantinato della nonna alle vittorie pesanti. Nelle categorie Under 12 e 14 ha vinto tutto. Nel 2018 si è aggiudicato il prestigioso Trofeo Bayer internazionale Under 18 di Salsomaggiore e il Grade 1 “Allianz Kundler German Juniors” di Berlino. Negli Slam juniores la scalata è stata inesorabile. Prima i quarti a Wimbledon, poi la finale degli Us Open e, infine, il successo del 2019 agli Australian Open che gli ha consentito di piazzarsi al numero uno nel ranking di categoria. Fin qui il più importante titolo della sua carriera.
Adesso l’exploit a questi Internazionali d’Italia con cui si è presentato definitivamente a tutto il mondo del tennis. Un risultato che rende ancora più roseo il futuro del tennis italiano maschile. Tra lui, Sinner e Berrettini (senza dimenticare i vari Fognini, Sonego, Caruso e il giovane Zeppieri), l’Italia potrebbe ritrovare presto risultati che mancano dagli anni ’70. Questa esplosione improvvisa e rumorosa proietta Musetti per la prima volta agli ottavi di un 1000. Ad oggi la classifica recita la posizione 179. La scalata è appena iniziata.